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Riesplode la polemica sul Comma 566. Chersevani (Fnomceo) scrive a Lorenzin: “Tradita nostra fiducia”. I medici speravano in un emendamento alla legge di stabilità


In una lettera di poche righe tutto il disappunto della presidente degli Ordini dei medici che rivela l'esistenza di un "ampio e paziente lavoro di mediazione" andato avanti per tutti questi mesi e che avrebbe dovuto portare alla camecellazione dell'incipit del contestatissimo comma della stabilità 2015. "Non ci resta che coinvolgere Renzi". LA LETTERA.

21 DIC - “Modificare l’incipit dell’ormai noto “Comma 566”, nel quale si riservano alla Professione medica soltanto ‘atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi  cura e terapia’. È quanto chiedevamo da tempo, sin da quando, con un vero ‘strappo di metodo e di merito’, il comma fu inserito nella Legge di Stabilità 2015, approvata con un voto di fiducia. Molti, in questi mesi, i contatti con il ministero della Salute, ampio e paziente il lavoro di mediazione. Ma dal ministero, a fronte di molte promesse, ad oggi nessuna risposta concreta. Se la nostra voce rimarrà inascoltata coinvolgeremo anche il presidente Renzi”.
 
È questo il messaggio chiaro e forte della presidente della Fnomceo Roberta Chersevani che in una lettera inviata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha espresso il suo “disappunto” per la mancanza di modifiche al comma introdotto con la Legge di Stabilità 2015.
 
“Il fatto più preoccupante – ha commentato in una nota il presidente della Fnomceo – è che sono stati disattesi impegni condivisi, e che la fiducia sempre dimostrata è stata tradita. Questo sta a significare una sola cosa: che, ancora una volta, le legittime aspettative e competenze della Professione medica sono messe in secondo piano dalla Politica”.
 
“Se la nostra voce rimarrà inascoltata – prosegue Chersevani – coinvolgeremo anche il presidente Renzi: nonostante le leggi sembrino andare in un’altra direzione, vogliamo ancora credere che, pure per la Politica, la Salute dei cittadini sia cosa troppo seria per essere ridotta a mera prestazione sanitaria, con attenzione unicamente al costo. E questo non significa che non sia nostra intenzione continuare a lavorare, come abbiamo sempre fatto, in sinergia con le Professioni sanitarie, in quello stesso clima di cooperazione e comunicazione che caratterizza le nostre attività quotidiane. Né significa, poiché non lo siamo mai stati, che siamo contrari allo sviluppo di competenze delle Professioni sanitarie, con i conseguenti riconoscimenti di carriera ed economici”.
 
“Ciò che non ci stanchiamo di ribadire – ha aggiunto – è che non può essere superato il ruolo di leadership funzionale del medico nei processi e nelle attività di diagnosi e cura. Una leadership che si poggia sulle competenze acquisite nel corso di lunghi e complessi iter formativi e che, in ogni caso, è volta a garantire l’unitarietà, l’armonia, la qualità, la sicurezza e l’efficacia degli esiti dell’intero processo clinico -assistenziale, non negando, ma anzi valorizzando, le molteplici autonomie”.
 
In altre parole, ha concluso Chersevani: “Il Medico, in un’equipe, deve essere come il Direttore d’orchestra: coordina, dà il tempo e l’andamento, crea armonia, ma poi sta ad ognuno suonare il suo strumento”. 

21 dicembre 2015
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