Legge stabilità. Troise (Anaao) contro le aziende uniche Ssn/Università: “Impediamo la svendita della rete ospedaliera”
Questo l'appello al Parlamento del segretario nazionale. "Per accontentare qualche Regione si consente che aspetti ordinamentali e professionali delicati vengano affidati alle logiche delle cordate e delle baronie, alle ragioni, vere o presunte, della didattica, alle quali subordinare le necessità assistenziali, lasciando però a carico del Ssn gli interi oneri economici".
13 NOV - "L’ostinazione, degna di miglior causa, con la quale il Governo pressa il Parlamento per modificare l’architettura istituzionale del Ssn con l’invenzione delle Aziende Universitarie Locali rischia di infliggere un colpo mortale alla rete ospedaliera, nel silenzio del Ministro della Salute che non appare molto impegnata a difendere il patrimonio professionale che ha in affidamento. L’idea di una riorganizzazione delle reti cliniche e strutturali del Ssn intorno alle presunte 'eccellenze' delle Facoltà di medicina, mortifica i Medici ed i dirigenti sanitari dipendenti del Ssn, ed anche quelli convenzionati, giudicati bisognosi di tutele e di iniezioni di professionalità, di apporti esterni di competenze e conoscenze". Così il segretario nazionale Anaao Assomed,
Costantino Troise, commenta l'istituzione delle nuove aziende sanitarie uniche Ssn/Università prevista dalla legge di stabilità.
"Per accontentare qualche Regione si consente che aspetti ordinamentali e professionali delicati vengano affidati alle logiche delle cordate e delle baronie, alle ragioni, vere o presunte, della didattica, alle quali subordinare le necessità assistenziali, lasciando però a carico del Ssn gli interi oneri economici. Quella che oggi è una variabile indipendente, diventa padrone del sistema, delle carriere professionali, delle risorse economiche, senza nemmeno l’obbligo di partecipare al ripianamento di deficit più che probabili, visti i precedenti", prosegue Troise.
"L’Anaao Assomed continua a fare appello al Parlamento affinché impedisca questa svendita di un patrimonio professionale e strutturale pagato dalle tasche dei cittadini, che certo non hanno voce nella scelta dei nuovi padroni. In caso contrario - conclude - ci sarà una ragione in più per la mobilitazione che porterà allo Sciopero Nazionale del 16 dicembre".
13 novembre 2015
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