Stabilità. Anaao: "Tra le pieghe delle norme un attacco gravissimo all'occupazione del personale Ssn"
Nel ddl approvato dalla Camera si reitera infatti fino al 2020 quanto previsto dalla manovra di luglio 2011. In particolare, scrive il sindacato "si decide, per i prossimi 6 anni, una revisione al ribasso delle consistenze di personale, dipendente a tempo indeterminato e determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o con altre forme di lavoro flessibile".
04 DIC - "Con un colpo di mano nascosto dietro centinaia di commi ed infiniti rinvii a leggi precedenti, la legge di stabilità suona le campane a morto per i giovani medici in cerca di una occupazione coerente con la complessità e la durata del loro percorso formativo, e per la stessa sostenibilità della sanita pubblica. Altro che valorizzazione delle risorse umane, cabine di regia, patto della salute". Questo il commento dell'Anaao Assomed al provvedimento appena approvato dalla Camera.
"Le disposizioni della legge n. 191/2009, che prevedevano che le spese del personale non superassero per il triennio 2010-2012 il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4 per cento, vengono prorogate (art.2, comma 253 del ddl stabilità), infatti, a ciascuno degli anni dal 2013 al 2020. Si decide, di fatto, per i prossimi 6 anni, con buona pace di precari stabili e giovani specialisti - spiega l'Anaao - una revisione al ribasso delle consistenze di personale, dipendente a tempo indeterminato e determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o con altre forme di lavoro flessibile, o con convenzioni. Con la ciliegina sulla torta di un conseguente ridimensionamento dei pertinenti fondi della contrattazione integrativa. Un blocco del turnover eterno che condanna quantità e qualità dei servizi sanitari ad una progressiva asfissia, una pietra tombale su ogni annuncio di staffetta generazionale".
"In fondo a questa strada c’è un sistema sanitario pubblico impoverito di capitale umano e di competenze professionali, sospinte, dal combinato disposto tra peggioramento delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni, in un privato destinato ad imporsi come vero sistema sanitario accanto al primo, residuale e destinato ai poveri, alle urgenze ed ai settori a basso interesse economico. L’obiettivo di spalancare la strada alla intermediazione finanziaria ed assicurativa, ancorchè mascherato dietro incrementi puramente nominali del fondo sanitario e necessità di risparmi, che per la sanità non finiscono mai, è sempre più vicino. E, sia chiaro - sottolinea il sindacato - non ce lo chiede l’Europa né i nostri figli".
"Colpisce il silenzio o l’indifferenza di tutti i soggetti interessati. Per quanto ci riguarda il destino di involuzione recessiva cui anche questo Governo vuole condannare la sanità pubblica non ci troverà complici - conclude l'Anaao - . Noi continueremo a dire ai cittadini che il loro diritto alla cura sarà sempre meno esigibile con il peggioramento delle condizioni di lavoro e la rarefazione, anche numerica, di chi deve curare".
04 dicembre 2014
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