Lauree all’estero. Renzo (Cao): “Ormai siamo alla fabbrica. Servono nuove regole”
Non usa mezzi termini il presidente della Commissione Albo Odontoiatri Nazionale (Cao) per commentare il fenomeno delle decine e decine di università che “nascono in molti paesi e attirano i nostri giovani con il miraggio di lauree più ‘facili’, soprattutto per quando riguarda l’accesso (permettendo di eludere i test italiani) ma forse anche per il percorso di studi.
16 DIC - “I percorsi formativi di queste Università, almeno per quanto riguarda l’Odontoiatria – specifica
Giuseppe Renzo, che ha messo sul tavolo la questione in occasione della “tre giorni” che ha visto la Cao impegnata prima negli “Stati Generali della Professione odontoiatrica”, insieme all’Università, alle Società Scientifiche (CIC –Comitato intersocietario di Coordinamento delle Associazioni odontostomatologiche italiane, Cenacoli), ai Sindacati di categoria, e poi nel Consiglio Nazionale – presentano profili poco chiari per quanto riguarda la qualità dell’insegnamento e la verifica dei titoli acquisiti”.
Ma cosa accade se queste lauree aprono la porta all’esercizio di una professione sanitaria? “Ne va di mezzo la Salute di tutti i cittadini – ribatte Renzo – che saranno curati da professionisti che rischiano di non essere formati secondo standard adeguati. E questo, con la libera circolazione dei pazienti ma anche dei professionisti sanitari, sarà un problema che presto non riguarderà più solo l’Italia, ma tutta l’Europa”.
“La mercificazione della formazione è fenomeno già triste di per sé, non solo perché discrimina gli studenti meno abbienti da quelli che possono permettersi di studiare fuori Italia ma perché l’acquisto di un titolo non ha nulla a che vedere con l’acquisizione di competenze, le uniche in grado di tutelare la Salute - spiega Renzo – E se è vero -come è vero- che gli Ordini sono posti a tutela del diritto alla Salute, è per noi imprescindibile segnalare all’opinione pubblica e denunciare la gravità di questo problema emergente”.
Negli Stati Generali dell’Odontoiatria che il 12 dicembre, per la seconda volta, sono stati a Roma convocati, tutte le componenti presenti hanno non solo condiviso l’analisi del problema, ma hanno altresì messo a punto una strategia per affrontare tale tema sia in sede comunitaria, sia in sede nazionale, mediante la riforma degli Esami di Stato.
Su questo obiettivo l’Università è pienamente concorde. “Sono felice di poter affermare che anche l’istituzione universitaria ha intrapreso un percorso di miglioramento delle capacità operative degli studenti, oltre a dimostrare una grande attenzione nella valutazione del neolaureato” dichiara ancora Renzo.
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“Il regolamento degli Esami di Stato – è stata la conclusione unanime di tutte le componenti del Tavolo- risale ormai agli anni ’80: anni luce rispetto alla realtà odierna. È improcrastinabile istituire pertanto nuovi strumenti che permettano agli Ordini di attestare- e in maniera inequivoca - la capacità di operare dei futuri professionisti della Salute” .
16 dicembre 2013
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