Piccoli ospedali. Anaao a Lorenzin: “Non si riforma la sanità senza i medici e i dirigenti sanitari”
Il vice presidente del Sindacato Lavecchia pone una domanda al Ministro dopo il suo annuncio di un documento di riforma dei piccoli ospedali: “Non crede sia poco credibile, se non illusorio, riorganizzare la sanità italiana senza, o peggio, contro i Medici e le altre professionalità del mondo sanitario, sistematicamente esclusi dai confronti sul Patto per la Salute?”
02 SET - Il sindacato dei dirigenti medici interviene sulla questione piccoli ospedali dopo la lettera in cui il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin ha comunicato, attraverso la stampa, che "è già pronto il documento che ridisegna la sanità in Italia”. Soprattutto nei confronti dei piccoli ospedali
Al Ministro l’Anaao Assomed, vuole rivolgere una domanda, confidando in una sua risposta: non crede sia poco credibile, se non illusorio, riorganizzare la sanità italiana senza, o peggio, contro i Medici e le altre professionalità del mondo sanitario, sistematicamente esclusi dai confronti sul Patto per la Salute?
“Ai Medici e ai dirigenti sanitari – afferma il Vice Segretario Nazionale Anaao Assomed, Mario Lavecchia - interessa soprattutto poter lavorare in sicurezza, sia per curare al meglio i malati sia per dare serenità a tutti gli operatori che lavorano in ospedale. Il numero dei posti letto di per sé non è un indice di sicurezza o di qualità delle prestazioni erogate. Lo è invece avere standard organizzativi adeguati sia di personale sia di servizi, correlandoli alle popolazioni di riferimento del singolo ospedale e quindi alla casistica afferente”.
L’Anaao Assomed si è dichiarata da sempre disponibile a portare il proprio contributo su questa materia, ma stiamo ancora aspettando che finalmente si definiscano dopo i LEA anche i LEO (livelli essenziali organizzativi) a cui vincolare Regioni ed Aziende sanitarie nei loro processi di riorganizzazione spesso dettati esclusivamente da ragioni economiche.
“Nel frattempo – prosegue la nota - i contratti di lavoro rimangono al palo, la normativa su riposi e orario di lavoro non viene rispettata, indifferenti anche ai richiami della Europa, la necessità di una legge sulla responsabilità professionale e sulla riduzione del rischio clinico continua ad essere elusa”.
“Dopo il segnale positivo – conclude il comunicato - , ancorché tutto da verificare, dei provvedimenti sul precariato, assistiamo ad una preoccupante disattenzione nei confronti del ruolo e della professionalità di quanti continuano a garantire con sacrifici crescenti la tutela della salute dei cittadini. Una politica ondivaga sembra quella con cui dovremo confrontarci”.
02 settembre 2013
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