Tecnici di radiologia. La Federazione nazionale scrive a Lorenzin sul caso Marlia
Nei giorni scorsi due Tsrm sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver esercitato la professione di medico specialista effettuando indagini radiologiche in assenza del radiologo. La Federazione ora chiede indicazioni chiare per evitare che il sistema entri in un “pericoloso stallo”.
13 MAG - La Federazione dei Tsrm (Tecnici sanitari di radiologia medica) torna sul caso Marlia scrivendo una
lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Lo scorso 9 aprile due Tsrm sono stati
rinviati a giudizio perché, presso la Casa della salute di Marlia, presidio territoriale dell’Azienda Usl 2 di Lucca, su prescrizione medica e prenotazione Cup, effettuavano indagini radiologiche convenzionali del torace, dell'apparato osteo-articolare e ortopantomografie. Poiché presso la Casa della salute di Marlia non era prevista la presenza fisica del medico radiologo, le immagini venivano refertate a distanza presso la radiologia dell'Ospedale di Lucca, grazie alle tecnologie informatiche acquisite a seguito di ingenti investimenti economici regionali (Sistemi Ris e Pacs).
I due Tsrm sono accusati di aver esercitato la professione di medico specialista in radiologia, con i seguenti capi di imputazione:
- effettuavano abitualmente esami radiologici in assenza del medico specialista;
- svolgevano compiti esclusivi dello stesso (quale l'inquadramento clinico anamnestico, la giustificazione dell'esame proposto e l'informativa per il consenso);
- omettevano di effettuare una accurata anamnesi allo scopo di sapere se le donne fossero in stato di gravidanza.
Premesso questo, la Federazione si definisce “profondamente preoccupata per le gravissime ricadute negative che il caso Marlia potrebbe avere sul Sistema sanitario regionale, tenuto conto della progressiva crescita della domanda di assistenza sanitaria e dalla contestuale riduzione delle risorse disponibili: infatti se al Tsrm fosse negata la possibilità di operare in modo fisicamente e temporalmente separato dal medico specialista, si inficerebbe radicalmente l’operatività dell'area radiologica che riveste un ruolo fondamentale nell'attività clinica dell'intero Sistema sanitario pubblico e, ancor più, delle attività sanitarie private, accreditate e no. Si pensi infatti - prosegue la lettera - alla crescente domanda del solo supporto del Tsrm in radiologia territoriale e domiciliare, nei presidi ospedalieri e distretti delle Aziende territoriali che insistono su aree disagiate, nelle sale operatorie e di emodinamica, nelle guardie attive e nei servizi di pronta disponibilità, ma anche nell’attività radiologica ordinaria e nei programmi di screening, sia in ospedale che sul territorio, sia nel pubblico che nel privato”.
La notizia di quanto accaduto ha generato preoccupazione in tutto il gruppo professionale, che ha richiesto indicazioni chiare e dirimenti, sotto il profilo giuridico e procedurale, in mancanza delle quali tutto il sistema sanitario, che dipende fortemente dalle prestazioni di diagnostica per immagini, rischia di entrare in una pericolosa fase di stallo per poi bloccarsi nella sua totalità.
L’obbligo di indicare le modalità ed i comportamenti che i Tsrm dovranno assumere allorché si trovassero in situazioni simili ovvero analoghe a quelle riscontrate presso il distretto di Marlia, viene rivendicato a tutela delle persone che fossero sottoposte ad indagini radiologiche con esposizione a radiazioni ionizzanti, nonché a tutela della salute e della posizione giuridico professionale dei Tsrm.
In particolare i Tsrm, ovunque operanti (pubblico, privato convenzionato, privato) dovranno:
- verificare presso le amministrazioni di appartenenza che siano state adottate adeguate e idonee procedure affinché la necessaria giustificazione sia garantita anche in assenza fisica del medico radiologo, pertanto sia scongiurata l'emergenza di ipotesi di reato (almeno di quelle fattispecie in contestazione su Marlia) nello svolgimento dell'attività di TSRM;
- valutare la qualità e l’efficacia delle procedure esistenti; esse non devono essere un mero adempimento formale: oltre che nel rispetto della normativa vigente, dovranno essere elaborate da un gruppo multi professionale (almeno Medico Richiedente, Medico Specialista Radiologo e Tecnico Sanitario di Radiologia Medica) tenendo conto delle migliori prove di efficacia rilevabili dalla letteratura scientifica;
- allorquando necessario (mancata soddisfazione di uno o di entrambi i punti precedenti), richiedere e contribuire alla codifica e alla revisione delle procedure, sulla base dei requisiti metodologici di cui al punto.
13 maggio 2013
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