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Malagnino (v. presidente Enpam): “Tar ha riconosciuto correttezza formale e sostanziale del Cda dell’Ente”

di Giampiero Malagnino

23 MAG - Esprimo grande soddisfazione per la valutazione positiva anche da parte del giudice amministrativo, dopo quella dei ministeri del Lavoro e dell’Economia e Finanze, sulla correttezza formale e sostanziale di quanto fatto dal Consiglio di amministrazione dell’Enpam e dal presidente Alberto Oliveti per il rinnovo degli organi statutari e, prima, per la riforma dello Statuto della Fondazione.
 
Tuttavia, considerato che il presidente dell’Ordine di Milano:
 
· ha chiesto e si è visto respingere perché non rappresentativo, per due volte, la richiesta di costituirsi parte civile nel processo alla Sopaf;
 
· ha chiesto e si è visto respingere perché non rappresentativo la richiesta di costituirsi parte civile nel processo contro quattro esponenti dell’Enpam (un ex presidente, un ex consigliere e due dirigenti accusati di aver truffato la Fondazione);
 
· ha chiesto di sospendere le elezioni delle Consulte e di parte dell’Assemblea nazionale (e per questo, sappiamo dalla delibera adottata dall’Ordine di Milano nel luglio 2014, ha stanziato 6.000 euro);
 
· ha posto il problema, attraverso il suo legale, dell’anticipazione, non prevista nel bilancio, delle spese elettorali sapendo che Enpam li avrebbe rimborsati entro l’anno;
 
... è naturale porsi alcune domande.
 
Forse il presidente Rossi pensa di surrogare con provvedimenti giudiziari la mancanza del consenso democratico che lo porterebbe negli organismi dirigenti della Fondazione?  E per far questo utilizza i soldi versati dagli iscritti di Milano servendosi di una delibera presa da un Consiglio direttivo scaduto? Una delibera presa quando ancora non era stato concluso l’iter di approvazione della riforma dello Statuto? Quando ancora non era stato neanche preso in considerazione il regolamento elettorale? Ma valgono così poco le risorse che i colleghi milanesi versano al loro Ordine? O forse non aveva valutato il rischio che, se le elezioni fossero state bloccate, l'Enpam sarebbe potuto essere stato oggetto di commissariamento, visto che il CdA scade formalmente il 30 giugno prossimo. Con tutte le conseguenze di aver dato "le chiavi" della fondazione ai ministeri, al governo! O forse lo aveva valutato bene?
 
Alcuni colleghi di Milano contestano aspetti della gestione finanziaria del loro Ordine, quali l’allargamento di una sede già giudicata più che sufficiente e compensi erogati ad una parte del  personale dirigente che la stragrande maggioranza dei medici e odontoiatri milanesi neanche pensa di poter un giorno raggiungere. A questi e ad altri aspetti si aggiungono le spese legali per avventurosi ricorsi, risultati peraltro perdenti.
 
Forse il presidente Rossi vorrebbe emulare i suoi grandi colleghi che l’hanno preceduto, Anzalone e Bergonzini. Per farlo però dovrebbe tener presente che i suoi predecessori avevano un obiettivo preciso: difendevano il ruolo dei presidenti degli Ordini in Enpam, e non avanzavano proposte che, bocciate dal Consiglio Nazionale, avrebbero portato alla cancellazione di quattro quinti di loro riducendone il numero da 106 fino a 21 unità!!!
  
Tutte le perplessità espresse fino ad ora sarebbero cancellate se il ricorso al Tar nascondesse la consapevolezza di non potere o sapere gestire il seggio elettorale, cosa che tutti gli altri Ordini - coscienti dell’importanza dell’operazione - si stanno preparando a fare nonostante i margini ristretti a cui ci ha costretto la tempistica del processo di approvazione ministeriale.   
 
Un’approvazione comunicata all’Enpam il 24 aprile, a dimostrazione dell’infondatezza di quanto affermato dal presidente dell’Ordine di Milano. Una dichiarazione peraltro avallata dal suo legale avvocato Pennasilico che, evidentemente, ha dato per scontato che la stessa non fosse stata neanche chiesta. O forse - ma non voglio neanche pensarlo - contava sul fatto che il giudice decidesse “inaudita altera parte”?
 
Alla fine anche questo tentativo di bloccare il cammino democratico intrapreso dall’Enpam si è rivelato inutile. Ora tutti gli iscritti, compresi i colleghi milanesi potranno andare al voto ed eleggere i propri rappresentanti nell’Assemblea nazionale. Mi auguro e auguro a tutta la professione che ci sia una campagna elettorale in cui siano dibattuti tutti i temi della previdenza e dell’assistenza, in cui siano affrontati - attraverso il dialogo aperto e costruttivo - i problemi che pone la gestione di un patrimonio in crescita. Senza per questo dimenticare i successi già ottenuti.
 
Vinca il migliore
 
Giampiero Malagnino
V.Pres. vicario ENPAM

23 maggio 2015
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