Cassi (Cimo-Asmd): “Più ruolo e carriere senza politica”
13 OTT - “Il riconoscimento per la categoria del ruolo fondamentale di tutela della salute invertendo 15 anni di emarginazione dai centri decisionali sulle scelte tecniche. Un percorso di carriera fondato sui meriti professionali e non sulla lottizzazione politica. Una retribuzione adeguata al ruolo che premi i più bravi. E ancora, una riforma della colpa professionale e una rapida approvazione della legge sul rischio clinico e una legge sul Governo clinico che valorizzi la nostra competenza e ci consenta di intervenire nelle scelte tecnico-professionali”. Sono queste le richieste che Riccardo Cassi, presidente della Cimo Asmd rivendica per la categoria medica.
“La crisi economico-finanziaria che investe tutto il mondo occidentale purtroppo, che pare vada peggiorando e colpisce soprattutto impiego pubblico ed welfare – ha detto Cassi nel corso del suo intervento alla manifestazione nazionale dei medici al Capranica – è una dura realtà con cui dobbiamo confrontarci. Ma non possiamo permettere ai politici di far tornare i conti usando le forbici in maniera indifferenziata senza eliminare gli sprechi. Vogliamo salvaguardare la nostra professione e continuare a fare il nostro mestiere: curare le persone. E non possiamo certo curare i cittadini in strutture sottodimensionate e sprovviste di farmaci, macchinari e personale qualificato, costretti ad orari che non consentono un giusto riposo”.
I medici ha aggiunto Cassi sono riuniti oggi per tutelare la loro professione e la salute dei cittadini: è per questo che chiedono di voler partecipare attivamente alle scelte regionali in materia sanitaria: “Siamo già tartassati da tasse e balzelli vari, hanno bloccato il rinnovo del contratto”.
È quindi necessario iniziare un percorso di rifondazione della professione medica e delle altre professioni che modifichi radicalmente la situazione attuale, partendo dal confronto con le istituzioni in particolare le Regione, che, ha sottolineato il presidente Cimo: “Dopo la riforma del titolo V sono il nostro interlocutore principale, ma nei confronti delle quali scontiamo l’assenza di un unico riferimento istituzionale”.
13 ottobre 2011
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