“Ora cambiamo passo sui vaccini e su gestione di aperture e chiusure”. Ecco le proposte delle Regioni. Stasera incontro con il Governo
di Giovanni Rodriquez
Sei punti dettagliati di proposte contenute nel documento che le Regioni presenteranno in serata al Governo in vista del CdM di domani. "Necessario rivedere la tempistica per l'adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze. Occorre che siano conosciute con congruo anticipo". Chiesta revisione del parametro Rt visto che "se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza, mentre la saturazione dei posti letto diventa ancor più l'elemento decisivo". Garantire il vaccino ai professori indipendentemente da dove prestano servizio. IL DOCUMENTO
21 FEB - Rivedere l'attuale sistema dei parametri e del sistema delle zone. Misure nazionali di base omogenee che superino l’attuale zonizzazione, salvo prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali. Reperire più vaccini o valutare la possibilità di produrli con le aziende presenti in Italia. Qualificare il rischio dell'attività scolastica prevedendo nuove risorse a sostegno dei genitori e prevedere anche gli indennizzi all'itnerno dei provvedimenti che impongono restrizioni. Garantire il vaccino a tutti i professori indipendentemente da dove prestano servizio.
Queste alcune delle proposte che, dopo il
nulla di fatto di ieri, le Regioni presenteranno in serata in un incontro con il Governo in vista del Consiglio dei Ministri di domani mattina nel corso del quale verranno discusse le nuove misure anti Covid.
Vaccini. Nella proposta delle Regioni si spiega come la priorità assoluta ora sia la campagna vaccinale. "Spetta al Governo, quindi, impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato e, a tal proposito, le Regioni e le Province autonome assicurano la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni, a collaborare".
Si apre poi anche alla loro possibile produzione. "In relazione all’esigenza di acquisire un maggior numero di vaccini, inoltre, sarebbe auspicabile e urgente una valutazione circa il diretto coinvolgimento delle nostre aziende nel processo produttivo, tenendo presente che vi sono aziende e filiere nazionali in grado di realizzare alcune fasi della produzione. Si ritiene, inoltre, necessario anche cogliere l’occasione per valutare il riposizionamento sul piano industriale delle aziende produttrici sia per l'Europa sia per l'Italia".
Tempistica ordinanze. Per garantire certezza al Paese, le Regioni spiegano che "è necessario rivedere la tempistica per l'adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze. Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese dei diversi territori regionali. Occorre, altresì, poter procedere ad una programmazione delle attività anche attraverso una diversa organizzazione dell'esame dei dati della cabina regia, delle ordinanze e della relativa decorrenza".
Revisione parametri e sistema a zone. Nel documento si sottolinea come sia "indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario. Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività sociali. È evidente che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza, mentre la saturazione dei posti letto diventa ancor più l'elemento decisivo".
Misure nazionali omogenee. Per le Regioni le misure di intervento dovrebbero essere "misure nazionali di base omogenee, come avviene nel resto del mondo, che superino l’attuale zonizzazione, salvo prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali laddove i parametri rilevino significativi scostamenti. Le limitazioni generali e quelle specifiche dovrebbero in ogni caso tener conto dell'analisi dell’esperienza sin qui condotta, valutando le restrizioni che si sono rivelate più o meno efficaci, al fine di poter meglio soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare anche con protocolli aggiornati".
Indennizzi automatici in caso di restrizioni. "In via strutturale - si legge nel documento - lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori, deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento. A tal riguardo, si rende opportuno l’ampliamento della cabina di regia ai Ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese. È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti e garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale. In questo contesto appare assolutamente necessario procedere ad un chiarimento sulle competenze statali e regionali al fine di allinearne la tempistica e la relativa efficacia".
Scuole. Infine, le Regioni propongono di "qualificare l’attività scolastica (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio. Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonchè prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica. È inoltre necessario che ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio".
Da quanto si apprende, nel corso dell'incontro con le Regioni la ministra per gli Affari regionali,
Mariastella Gelmini avrebbe detto: “La nascita di questo nuovo esecutivo, lungi dal rappresentare una nuova formula politica, è l’espressione dell’esigenza, avvertita, ne sono convinta, dal Paese, di una vera unità nazionale nel contrasto ad un nemico che purtroppo ha già fatto contare quasi 100mila vittime nel nostro Paese. Sarebbe sbagliato immaginare che l’ampia maggioranza che questo esecutivo ha conseguito in Parlamento, l’imprinting che lo ha generato, la volontà di cementare l’azione delle forze politiche per contrastare un nemico tanto insidioso, non si rispecchiasse anche in tutti i livelli istituzionali dello Stato. Non servono divisioni, servono soluzioni”.
Giovanni Rodriquez
21 febbraio 2021
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