"Dobbiamo evitare l’attuazione della manovra finanziaria (nuovi ticket per 2 miliardi), perché nell’attuale situazione del Paese, metterebbe in difficoltà italiani e Ssn". E sull'intramoenia: "Non è decisivo dove si fa ma deve essere svolta in modo tracciabile e senza abusi". Balduzzi su Repubblica. Tv.
24 MAG - Balduzzi a tutto campo oggi pomeriggio in video forum in diretta su Repubblica.tv dove ha risposto alle domande degli ascoltatori. Licenziamenti nel pubblico impiego, ticket, intramoenia, farmaci e farmacie, tra i tanti temi trattati. Ecco il resoconto del suo intervento. Per rivedere il video integrale vai a fondo pagina.
Licenziamenti in sanità
La possibilità di licenziare anche nel settore pubblico così come nel privato “è materia di cui parleremo sicuramente domani o sicuramente in una delle prossime riunioni del consiglio dei ministri”, ha affermato Balduzzi commentando l'auspicio espresso dal ministro del Lavoro Elsa Fornero di replicare nella Pubblica Amministrazione quanto si sta facendo per il settore privato in materia di licenziamenti.
Sanità pubblica e assistenza agli indigenti
“La sanità pubblica è per definizione per tutti. È la Costituzione ad affermare che deve garantire la sanità gratuita per tutti e la legge 833” del 1978, che ha istituito il Ssn, “ha esteso questo principio”. La sanità pubblica, ha aggiunto Balduzzi, “è una garanzia importante per nostro Paese” ed è un valore che “ci viene riconosciuto ogni volta che usciamo dal nostro Paese, come successo anche nei giorni scorsi in occasione dell’Assemblea generale dell’Oms svolta a Ginevra”. “La nostra – secondo Balduzzi – è davvero sanità per tutti, e va incontro a chi ha meno possibilità”.
Chiusura piccoli ospedali
“Si dovrebbe parlare di riconversione e non chiusura”, ha precisato Balduzzi, spiegando che quella della riconversione è comunque una strada giusta perché i piccoli ospedali, con una bassa casistica, “possono creare problemi sia in termini di esiti di salute che di sostenibilità finanziaria per quella scala di ospedali”. Queste strutture, quindi, vanno riconvertite per offrire assistenza nella fase post acuta perché “l’ospedale dovrebbe essere sempre più il posto che eroga assistenza nella fase acuta, essendoci per il prima e il dopo altre possibilità e altre strutture”.
Ticket. Senza riforma diventeranno insostenibili
“La manovra di luglio dell'anno scorso prevede un aumento del ticket a partire da gennaio 2014 che, senza una riforma, diventerà insostenibile sia per i cittadini che per il sistema sanitario”. Secondo Balduzzi, però, “abbiamo un certo tempo per intervenire” e trovare soluzioni alternative che vadano nella “in direzione di una maggiore equità di sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria, di trasparenza del settore stesso, di tendenziale omogeneità”. In caso contrario, a partire dal 2014 il ticket diventerà “un problema per tutti e tre questi aspetti”. Da parte del Governo, ha spiegato il ministro, “c’è una proposta che stiamo perfezionando e su cui ci stiamo confrontando con tutti”. L’obiettivo “è chiaro: evitare l’attuazione di quanto previsto nella manovra finanziaria dal 1° gennaio 2014, perché nell’attuale situazione del Paese, metterebbe in difficoltà italiani e Ssn. Il tempo, per giocare questa partita, ce l’abbiamo. Usiamolo bene”, ha detto Balduzzi rivolgendo un appello alla Regioni affinché siano “disponibili”.
Secondo il ministro, comunque, “la questione della compartecipazione della spesa, che adesso chiamiamo ticket, anche se il ticket è solo uno degli strumenti possibili di compartecipazione, è già e continuerà ad essere oggetto di discussione all'interno del Patto della salute 2013-2015, che ragionevolmente si concluderà in autunno” contestualmente all’approvazione della “legge di stabilità”.
Ticket per reddito
Rispondendo all’osservazione di un ascoltatore rispetto a quanto sia giusta l’idea di legare il ticket al reddito in un paese ad alto tasso di evasione come il nostro, Balduzzi ha affermato: “E’ una domanda che ci poniamo. Si tratta di capire che alternativa seria c’è e se non rischiamo di invertire causa ed effetto”. L’obiettivo, infatti, secondo il ministro deve essere quello di indirizzare il Paese verso “una sincerità tributaria”. Perché “il problema non può diventare il motivo di ostacolo per fare le cose”. L’evasione va colpita e il Governo lo ha in parte già fatto”. La soluzione dell’evasione, secondo Balduzzi, “non sarebbero così risolti, ma si aprirebbe largamente la strada per risolverli. Senza una maggiore e serena sincerità tributaria da parte dei cittadini non andiamo da nessuna parte”. “Chi beneficia di qualche cosa che non gli spetta – ha affermato il ministro - non solo è fuori dalla legalità, ma la toglie a chi ne ha bisogno”.
Controlli sugli ospedali e sulle certificazioni
“Gli Strumenti disponibili, si tratta di implementarli bene”, ha affermato il ministro, secondo il quale “la tessera sanitaria, opportunamente perfezionata, potrebbe già includere dati di tipo reddituale. Questo, è chiaro, non si fa da un giorno all’altro, ma a me interessava porre il problema e iniziare una discussione civile e pacata a riguardo. Civile e pacata perché discussioni che non sono così non servono al Paese”.
Indennità di accompagnamento
“Non esiste nessuna proposta Governo volta a togliere indennità di accompagnamento a chi ce l’ha. L’indennità di accompagnamento, anche se si presta a qualche abuso, è nella maggior parte dei casi un polmone, una risorsa indispensabile”. Per Balduzzi “c’è, se mai, da fare ragionamento diverso. Proprio perché la non autosufficienza – dovuta sia all’aumento dell’età che alle disabilità, che sono due profili diversi del problema – è destinata ad aumentare”, bisognerà intervenire perché “gli strumenti attuali sono ancora un po’ farraginosi”. Si tratta, secondo Balduzzi, “di vedere, e lo stiamo già studiando in collaborazione con diversi ministeri, se - fermo restando che chi attualmente beneficia di un certo sistema è bene che continui a beneficiarne - in prospettiva non possa esserci una revisione del sistema complessivo degli strumenti di assistenza sociale”. Per Balduzzi è una questione che “si impone, specialmente per situazioni in cui c’è da far fronte al tempo stesso a un bisogno sanitario e a un bisogno sociale”. Per il ministro, comunque, non si tratta di interventi urgenti, piuttosto da attuare “in prospettiva”.
Il ruolo dei Nas
“Hanno sviluppato una capacità di intervento che dalla sicurezza alimentare si è estesa molti altri ambiti, dalla contraffazione farmaco, alla vendita dei farmaci online, fino ai controlli alle strutture sanitarie e ad attività in comparti specifici molto importanti come quello del contrasto dell’assunzione sostanze dopanti, che può sembra un problema marginale ma realtà fenomeno in crescita, soprattutto in ambito amatoriale”. Un settore, quello del doping, ha però sottolineato Balduzzi, “che l’Italia è riuscita, nel tempo, a inquadrare e contrastare grazie a strumenti come il nucleo dei Nas” che, ha ricordato Balduzzi, “quando sono nati, 50 anni fa, era composto da 40 marescialli e oggi conta 1.100 carabinieri appositamente formati”.
Intramoenia
L’obiettivo è andare verso “un'intramoenia 'a rete', seria e tracciabile, all'insegna della trasparenza”. Ed in questa direzione che va la proposta del ministero. Quella dell’intramoenia, ha detto Balduzzi, “è una discussione antica. A suo tempo il nostro ordinamento accettò di non criminalizzare la libera professione del personale dipendente ma di organizzarla e renderla omogenea e utile al Ssn. Ci sono argomenti a favore di questa scelta e argomenti a sfavore”. Ma il vero problema, secondo Balduzzi, è “riuscire a far sì che l’intramoenia sia seriamente organizzata”. Quindi “tracciabile, trasparente, che si svolga nella legalità. Sappiamo che così è in molti casi ma probabilmente così non è in molti altri”. “Non c’è ancora un accordo sindacale – ha precisato Balduzzi - ma la maggioranza parlamentare ha chiesto al Governo di fare una proposta in vista della scadenza, il 30 giugno, della proroga che da 13 anni tocca questo settore”. Proposta che, appunto, va in direzione di realizzare un’intramoenia “a rete, seria e tracciabile, che oggi è possibile grazie all’informatica”. Perché, secondo il ministro, “non è tanto decisivo dove il sanitario svolge la libera professione, cioè dentro le mura dell’azienda o in un luogo con cui azienda ha stabilito delle convenzioni o in uno studio privato a certe condizioni, ma diventa decisivo che tutto questo venga fatto nella trasparenza, nella conoscenza in tempo reale da parte dell'azienda di ciò che fa il professionista, nel rispetto delle regole, anche tributarie”. In questo modo, secondo Balduzzi, si raggiunge “il fine per cui nostro ordinamento ha ammesso la libera professione, cioè non come deroga immotivata ma come qualcosa che serve al Ssn”.
Farmaci equivalenti
“Il Governo ha dato un segnale molto importante con il decreto liberalizzazioni e ci auguriamo che medici di medicina generale, i farmacisti e tutte le figure coinvolte vogliano prendere sul serio questa indicazione e fare quello che anche l’Oms chiede, cioè incentivare la cultura equivalente. Non si capisce perché nel nostro Paese questo non debba essere ugualmente incentivato”. E se tale incentivazione non dovesse esserci, “vedremo di intervenire con altri strumenti”. Secondo Balduzzi a frenare la diffusione degli equivalenti “non c’è solo un problema di professionisti. A volte è la modesta conoscenza del paziente su questi farmaci a mettere in difficoltà gli stessi medici e farmacisti”. Quindi, “nessuna caccia alle streghe ma l’auspico che i medici, di medicina generale in particolare, prendano sul serio il segnale del Governo”.
Farmaci di fascia C e parafarmacie
In tema di liberalizzazione della vendita dei farmaci, “alcune cose le abbiamo fatte, su altre la maggioranza parlamentare ha deciso che evidentemente non ci fossero le condizioni per seguire tutte le proposte del Governo”. Secondo Balduzzi, però, “''prima di dire chi ha vinto e chi ha perso bisogna guardare i dati della situazione complessiva''. Si è iniziato ''un cammino importante'' e "non è vero che il sistema è rimasto come prima, perché fuori delle farmacie, ma sempre in presenza di un farmacista, oggi è possibile vendere farmaci veterinari, fare prodotti galenici e vendere altri farmaci tolti dalla lista di quelli con obbligo di prescrizione”.
Ambulatori H24, 7 giorni su 7, già dal 2013
“Credo e spero” che potranno iniziare a vedersi “già all'inizio del 2013”. “Il mondo sanitario italiano è molto variegato e ci sono già sperimentazioni di questo tipo in alcune Regioni”, ha ricordato Balduzzi. Che confida anche nei “riscontri positivi avuti dalle Regioni e dai medici di medicina generale, in un confronto proficuo e di buon livello”. Anche in questo caso si tratta, secondo il ministro, di “una discussione antica sui cui c’è una consapevolezza ormai diffusa”. L’auspicio è quindi “all’inizio del 2013 si possa dire che già qualcosa è stato fatto”.