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Covid. Sileri: “Sì ad uno scudo penale per i medici”


Il viceministro alla Salute torna sulla questione che, nonostante i tentativi, è di fatto ancora senza soluzione. “È giusto che il paziente che ha avuto un danno venga risarcito però attenzione all'utilizzo dell'attività penale nei confronti dei medici, che negli scorsi anni è stata esagerata”

07 LUG - “È giusto che ci sia uno scudo penale per i medici impegnati nella lotta al Covid-19”. È quanto sostiene il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che ad Agorà Estate su Rai Tre è tornato sulla questione che non ha ancora trovato una soluzione.
 
“Secondo me sì - ha risposto Sileri alla domanda del giornalista sull'opportunità di introdurre uno scudo penale -, è giusto che il paziente venga risarcito ma bisogna fare attenzione alle cause ai medici, è necessario fare qualcosa in questo senso non solo per l'emergenza attuale ma che funzionerà tra dieci anni. I problemi c'erano anche prima, quindi ben vengano provvedimenti come lo scudo penale, o un intervento sui contratti, facciamo quadrato intorno al Servizio Sanitario Nazionale partendo dalle donne e dagli uomini”.
 
Durante la trasmissione è stato presentato il caso di un medico che è morto per il Covid ma che ha difficoltà nell'ottenere il risarcimento per via del proprio contratto atipico. “Mi adopererò per aiutare questi colleghi - ha affermato Sileri -, non è possibile che ci sia discriminazione tra i contratti”.
 
Sileri è anche tornato sul controllo dell’epidemia. “Penso che bisogna solo applicare la legge che già c'è. Chi è in quarantena deve rimanere in quarantena ed è già punito se esce ed è positivo. Probabilmente una soluzione più forte in termini di controlli è necessaria. Ciò che è accaduto in Veneto è sicuramente grave, però non tutti si comportano così. È un caso isolato, lo dimostrano i controlli nei vari focolai. Dobbiamo considerare ogni focolaio una battaglia che si vince con tanti tamponi e quarantenando coloro che sono positivi”.
 
“Dobbiamo smetterla - ha aggiunto - di mettere paura alla popolazione. Il virus esiste, circola molto meno rispetto a mesi fa, potrebbe circolare di più in autunno e nel periodo invernale. Se manteniamo le regole che abbiamo, verosimilmente non avremo una seconda ondata come la prima. I tamponi - ha continuato - sono necessari anche per liberare dalla quarantena le persone. Non possiamo bloccare l'Italia per la paura, basta intensificare i controlli. Tranne per coloro che vengono da aree ad altissimo rischio, per le altre aree si fanno i tamponi all'arrivo, si ripete il tampone dopo qualche giorno e si lasciano libere le persone. Altrimenti in Italia non viene più nessuno e l'economia muore”.

07 luglio 2020
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