Coronavirus. Il Pd torna a proporre la centralizzazione della sanità. Orlando: “20 sistemi sanitari creano disuguaglianze”
Il numero due dei Dem in un’intervista a La Stampa rilancia il tema che fu anche tra le misure della riforma costituzionale bocciata dal referendum del 2016. “Dopo la crisi bisognerà iniziare a ragionare, traendo una lezione da quanto successo e pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato alcune competenze come la sanità”
02 APR - “Dopo la crisi bisognerà iniziare a ragionare, traendo una lezione da quanto successo e pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato alcune competenze come la sanità”. A dirlo è il vicesegretario del Pd
Andrea Orlando in un’intervista a
La Stampa.
“Con 20 regioni che parlano 20 lingue diverse – afferma - , credo sia necessario riconsiderare l'ipotesi della clausole di supremazia previste dalla riforma del 2016, ovvero di un ritorno delle competenze sanitarie allo Stato centrale». E questo perché «a seconda della qualità del sistema regionale che trovi, rischi di avere una speranza di vita differenziata. E ciò crea seri problemi di carattere costituzionale, il principio di eguaglianza salta”.
Rispetto al probabile niet da parte dei presidenti di Regione, Orlando rilancia: “Non penso sia una discussione che si debba fare con i governatori, che appaia come frutto di una pagella alle regioni, ma un discorso di sistema da fare con calma dopo”.
Riferendosi poi al Covid 19 rimarca: “Non so quanto fosse prevedibile un evento del genere. In ogni caso, la prima considerazione è quella che abbiamo sottovalutato l’importanza del sistema sanitario nazionale. Se non avessimo avuto un sistema universalistico, avremmo visto scene come in altri Paesi di persone escluse dalle cure, per scelta politica. Dobbiamo rivedere semmai qualche concessione eccessiva al privato. Si è pensato che il privato potesse surrogare alcuni pezzi del sistema e invece la distribuzione dei pesi ha ridotto la presenza territoriale e ha creato una suddivisione dei ruoli. In cui il privato si è preso i pezzi più remuneranti, lasciando sulle spalle del pubblico le rianimazioni. La seconda è quella dei 20 sistemi sanitari che creano disuguaglianze”.
02 aprile 2020
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