Coronavirus. Il ministero della Salute continua la caccia alle fake news. Ecco altre 10 bufale
Dai gargarismi con la candeggina al taglio della barba quali armi per combattere il virus, ovviamente inutili, al vaccino anti Tbc che proteggerebbe gli immigrati dal contagio. Fino al ruolo della rete 5G tra le cause dell'epidemia. Tante sciocchezze che però circolano in rete e che fanno solo danno.
26 MAR - Dopo la prima serie di fake smentiti dal ministero
la scorsa settimana il Ministero della Salute e l’Iss hanno messo in fila altre 10 “bufale” sul coronavirus da smentire nettamente.
Eccole:
1. Ci si può proteggere dal coronavirus facendo gargarismi con la candeggina, assumendo acido acetico o steroidi e utilizzando oli essenziali e acqua salata.
Nessuna di queste pratiche protegge dal nuovo coronavirus e alcune di queste sono pericolose per la salute.
2. I bambini non rischiano di essere contagiati dal nuovo coronavirus
I bambini non sono immuni all’infezione da nuovo coronavirus. Anche loro possono essere infettati e sviluppare la malattia Covid-19, anche se ci sono stati relativamente pochi casi segnalati tra i bambini.
3. Al rientro in casa bisogna sempre lavare gli indumenti indossati e anche i capelli
Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.
4. Tagliarsi la barba evita il contagio
La bufala nasce da una sbagliata interpretazione di una infografica del CDC dedicata alla sicurezza sul lavoro per il corretto utilizzo delle mascherine.
Leggi infografica del CDC
5. Il coronavirus rende sterili, soprattutto gli uomini
Non ci sono evidenze scientifiche che l’infezione da nuovo coronavirus sia causa di sterilità femminile o maschile.
6. Se vieni contagiato, te ne accorgi sempre
La malattia Covid-19 può dare luogo in alcuni casi ad una sintomatologia simile a quella di altre malattie respiratorie come l'influenza e il raffreddore comune, con tosse secca, febbre, stanchezza; in altri casi si manifesta con sintomi diversi, diarrea, iperemia congiuntivale, mal di gola, dolori muscolari, naso che cola, fino ad arrivare a difficoltà respiratorie e polmoniti. Inizialmente e generalmente questi sintomi sono lievi pertanto è possibile non accorgersi subito della loro comparsa.
7. C’è correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G
Non ci sono evidenze scientifiche che indichino una correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G. Ad oggi, e dopo molte ricerche effettuate, nessun effetto negativo sulla salute è stato collegato in modo causale all'esposizione alle tecnologie wireless.
8. Gli animali domestici possono trasmettere il virus
Non esiste alcuna evidenza scientifica che gli animali domestici, quali cani e gatti, possano contrarre il nuovo coronavirus e trasmetterlo all'uomo. Come regola generale di igiene si consiglia però di lavarsi bene le mani con il sapone dopo il contatto con gli animali, comune prassi per proteggersi da altri microrganismi che possono invece essere trasmessi dagli animali all'uomo.
9. Il nuovo coronavirus è un ceppo di virus dell'influenza che è mutato
I coronavirus sono una famiglia di virus che possono infettare l’uomo e trasmettere diverse malattie. Il virus Sars-CoV-2, che provoca la malattia denominata Covid-19, mostra alcune somiglianze con altri virus, quattro dei quali possono causare normali raffreddori. Osservati al microscopio i cinque virus mostrano una conformazione simile, che sfrutta le proteine (spike) dalla forma appuntita'per infettare le cellule umane.
10. Gli extracomunitari sono immuni all’epidemia grazie al vaccino contro la Tubercolosi
Il vaccino per la Tubercolosi non ha nulla a che vedere con il Coronavirus: la TBC è dovuta ad un batterio e non a un virus. Si ricorda che le malattie possono fare ammalare chiunque indipendentemente dalla loro etnia.
26 marzo 2020
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