Governo clinico. Scontro in commissione su intramoenia
Sul Governo clinico c'è stato oggi, in Commissione Affari Sociali, un forte scontro. A scatenarlo due emendamenti presentati dal relatore Di Virgilio sulla libera professione dei medici e del personale non medico. Per il Pd è “Controriforma”
22 FEB - Domenico Di Virgilio del Pdl questa mattina ha spiazzato tutti alla ripresa dei lavori in commissione Affari Sociali sul disegno di legge Governo clinico. Di Virgilio, che è anche relatore del testo, ha infatti ritirato l’emendamento sulle assicurazioni obbligatorie “perchè – ha spiegato – se ne sta occupando in maniera più appropriata la commissione sanità del Senato” e presentato invece due nuovi emendamenti aggiuntivi al testo. L’8 Bis (attività libero-professionale dei dirigenti e del ruolo sanitario del Ssn) e l’8 Ter (libera professione degli operatori delle professioni sanitarie non mediche) che in sostanza ripropongono il testo sulla libera professione dei medici e del personale non medico già respinti in precedenza dalle Regioni. L’emendamento 8 Bis sui medici prevede l’istituzionalizzazione dell’intramoenia allaragata e la liberalizzazione dell’attività purché non in contrasto con gli interessi dell’azienda. L’altra proposta emendativa, l’8 Ter, relativa al personale prevede la possibilità di esercitare la libera professione con tariffe concordate e senza oneri per l’azienda sanitaria.
Di Virgilio a
Quotidiano Sanità ha spiegato che il suo è un tentativo di “sanare definitivamente con una legge la libera professione dei medici e degli infermieri all’interno delle strutture sanitarie pubbliche o convenzionate” e questo lo ha fatto “ alla luce di quello che prevede il milleproroghe e secondo quanto affermato dal ministro Balduzzi sull’intramoenia”.
Gli emendamenti presentati di Di Virgilio non sono piaciuti al Pd. Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera ha infatti rilasciato attraverso un comunicato dichiarazioni di fuoco. “È molto grave – ha detto la Miotto – il blitz del collega Di Virgilio che stamani in Commissione Affari Sociali ha presentato emendamenti al provvedimento sul governo clinico che prevedono una vera e propria controriforma della sanità, quando attendiamo ancora l’entrata in vigore di quella approvata 13 anni fa. Dopo che il Parlamento, con l’accordo del governo, aveva fissato al primo luglio l’entrata in vigore della riforma del ‘99, viene adesso tentato uno suo stravolgimento”. Lo dice Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
“Tutto questo è grave nel metodo e nel merito – prosegue il capogruppo del Pd in Commissione –. Il governo clinico era sostanzialmente condiviso da tutti i gruppi parlamentari in commissione; ma gli emendamenti presentati oggi dal relatore, per quanto riguarda il Pd, mettono in discussione questo accordo. Nel merito invece, non condividiamo assolutamente questo ritorno al passato in cui c’è confusione tra attività pubblica e privata. Il primo luglio deve prendere avvio la regolazione dell’attività privata dei medici come previsto dalla riforma del ‘99. Attualmente ci sono tutte le condizioni perché ciò avvenga, compresa la realizzazione degli spazi all’interno delle strutture della sanità pubblica per poter esercitare la libera professione; tutte le Regioni infatti, eccetto la Campania, hanno confermato di aver utilizzato i fondi stanziati a questo scopo. È gravissimo che vengano ancora coperti i conflitti di interesse tra l’attività istituzionale e quella privata. Se mettiamo insieme la bocciatura dei nostri emendamenti che prevedevano la nomina dei primari in base al merito e non alla tessera di partito con il colpo di mano di stamani, è chiaro a tutti che una parte del Parlamento non vuole rendere efficiente il Ssn ma, piuttosto, coprire gli interessi di categoria a scapito del servizio reso ai cittadini”.
22 febbraio 2012
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