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Interrogazioni/1. Bartolazzi su massofisioterapisti: “Stiamo valutando la possibilità di iscrivere negli elenchi speciali anche chi possiede un titolo post 1999”


"La manovra ha previsto l'istituzione di elenchi speciali, proprio al fine di garantire a coloro che attualmente stiano esercitando delle attività riconducibili ad una professione sanitaria in assenza di titoli idonei, la possibilità di poter continuare purché abbiano esercitato per un periodo di almeno 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi 10 anni, e purché si iscrivano, entro il 31 dicembre 2019, negli elenchi speciali ad esaurimento". Così il sottosegretario alla Salute rispondendo all'interrogazione di Rostan (LeU).

29 MAR - "Con la legge di Bilancio 2019 è stata prevista l'istituzione di elenchi speciali, proprio al fine di garantire a coloro che attualmente stiano esercitando delle attività riconducibili ad una professione sanitaria in assenza di titoli idonei, la possibilità di poter continuare a svolgere le attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di riferimento, sia come dipendenti che come liberi professionisti, purché abbiano esercitato un'attività professionale per un periodo di almeno 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi dieci anni, e purché si iscrivano, entro il 31 dicembre 2019, negli elenchi speciali ad esaurimento. Già a gennaio 2019 questo Ministero ha incontrato tutte le Associazioni rappresentative dei massofisioterapisti, allo scopo di valutare la possibilità di prevedere, nei citati elenchi, anche l'iscrizione di quelli in possesso di un titolo 'post 1999'".
 
Così il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, ha risposto ieri in Commissione Affari Sociali all'interrogazione sul tema presentata da Michela Rostan (LeU).
 
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario:
 
"La questione riguardante i massofisioterapisti in possesso di un titolo conseguito successivamente al 1999 è da tempo all'attenzione del Ministero della salute.
Ricordo, infatti, che la figura professionale sanitaria del massofisioterapista, prevista dalla legge n. 403 del 1971 quale «professione sanitaria ausiliaria», ha ricevuto una profonda trasformazione per effetto della legge n. 42 del 1999, per la quale solo i titoli conseguiti all'esito di corsi regionali acquisiti prima del 17 marzo 1999 sono stati riconosciuti equipollenti o equivalenti alla laurea del fisioterapista.

Al fine di consentire un certo inquadramento professionale dei massofisioterapisti in possesso di un titolo acquisito successivamente al 1999 all'esito di corsi, che le Regioni hanno continuato ad autorizzare nonostante il mutato quadro normativo, questo Ministero ha istituito nel corso degli anni vari Tavoli di confronto, che hanno coinvolto tutte le associazioni rappresentative della categoria, senza tuttavia mai pervenire ad una soluzione condivisa.
In particolare, il Tavolo istituito nel marzo 2018 si era prefisso lo scopo di addivenire ad un Accordo Stato-Regioni per definire il profilo e la formazione regionale di un operatore dell'area della riabilitazione, al quale avrebbe dovuto essere dichiarato equipollente il massofisioterapista formatosi successivamente al 1999, che sarebbe stato inquadrato, secondo il prevalente orientamento giurisprudenziale, nell'ambito della categoria degli «operatori di interesse sanitario».

Tuttavia, i lavori di tale Tavolo si sono interrotti, in quanto le Associazioni di categoria, non condividendo la collocazione del massofisioterapista «post 1999» nella categoria degli operatori di interesse sanitario, hanno ritenuto che fosse necessario un intervento normativo per ottenere il collocamento dei titoli «post 1999» fra le professioni sanitarie ad esaurimento, con il riconoscimento delle competenze acquisite e l'applicazione anche ai possessori di tali titoli delle disposizioni sull'esenzione IVA.
Va inoltre ricordato che la legge n. 3 del 2018 ha disposto l'obbligatorietà dell'iscrizione all'albo professionale per tutte le professioni sanitarie, ivi comprese le 17 fino ad allora non ordinate, ed ha stabilito la necessità del possesso della laurea, o di un titolo equipollente o equivalente.
Con l'introduzione di tale obbligatorietà è, così, emersa la situazione in cui versano molti lavoratori, i quali, all'entrata in vigore della legge n. 3/2018 risultano in possesso di un titolo che non consente l'iscrizione al relativo albo professionale.

Per far fronte a tale situazione, determinata dagli interventi normativi del passato, su iniziativa di questo Governo, con la legge n. 145/2018 è stata prevista l'istituzione di elenchi speciali, proprio al fine di garantire a coloro che attualmente stiano esercitando delle attività riconducibili ad una professione sanitaria in assenza di titoli idonei, la possibilità di poter continuare a svolgere le attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di riferimento, sia come dipendenti che come liberi professionisti, purché abbiano esercitato un'attività professionale per un periodo di almeno 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi dieci anni, e purché si iscrivano, entro il 31 dicembre 2019, negli elenchi speciali ad esaurimento.

Pertanto, al fine di procedere celermente all'adozione di detto decreto ministeriale, già nel corso del mese di gennaio 2019 questo Ministero ha incontrato, oltre alle associazioni maggiormente rappresentative delle professioni sanitarie, anche tutte le Associazioni rappresentative dei massofisioterapisti, allo scopo di valutare la possibilità di prevedere, nei citati elenchi, anche l'iscrizione dei massofisioterapisti in possesso di un titolo «post 1999».
Concludo assicurando che la questione posta nell'interrogazione è stata, dunque, ampiamente approfondita e che i provvedimenti indicati dalla citata normativa verranno presto sottoposti all'attenzione del Ministro della salute".
 
Luca Pastorinp (LeU), replicando, si è dichiarato solo limitatamente soddisfatto della risposta in quanto, mentre il coinvolgimento del Ministero della salute nella vicenda appare un elemento consolidato, essa non indica un limite temporale entro il quale saranno emanati i decreti attuativi previsti dalla legge di bilancio per il 2019, che avrebbero dovuto essere adottati entro la fine del mese di febbraio scorso. Sottolinea l'urgenza di trovare una rapida soluzione agli errori commessi in passato, ricordando che sono oltre 20.000 i massofisioterapisti che si trovano in una situazione di totale incertezza e che rischiano di perdere il loro lavoro. 

29 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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