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Legge di Bilancio 2019. La prima bozza. Per la sanità confermato fondo 50 milioni per le liste d’attesa e poi si parla di assunzioni medici specializzandi, contratto ed edilizia sanitaria


Nella prima bozza della manovra di sanità c'è molto poco. Confermata per le liste d'attesa la spesa di 50 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021. Vengono poi, solo menzionate ma non definite misure come: nuove assunzioni per medici specializzandi, rinnovo contrattuale 2019-2021 e rilancio degli investimenti anche per l'edilizia sanitaria. Le altre misure per la sanità non previste dalla legge di Bilancio dovrebbero rientrare nel decreto semplificazione. Nessun accenno poi al numero chiuso di medicina.

23 OTT - Inizia a prender forma la legge di Bilancio. Quotidiano Sanità ha potuto visionare oggi una prima bozza della manovra datata 23 ottobre. Al momento non sembrano essere molte le misure per la sanità. Tra queste, troviamo gli stanziamenti per la riduzione delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie.
 
Per l’attivazione di interventi volti a ridurre, anche in osservanza delle indicazioni previste nel vigente Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (Pngla), i tempi d’attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie viene autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021. Le risorse sono ripartite in favore delle regioni secondo modalità individuate con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni, da adottarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto.
L'azione di monitoraggio verrà effettuata, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dal Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
 
Vengono poi menzionate nuove assunzioni per medici specializzandi, anche se al momento, in questa bozza, non viene specificato né il loro numero né il livello di investimento finanziario per attuare questa misura.
 
Quanto al rinnovo contrattuale 2019-2021, si spiega: "Per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall'amministrazione statale, gli oneri per i rinnovi contrattuali per il triennio 2019 - 2021, nonché quelli derivanti dalla corresponsione dei miglioramenti economici al personale di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono posti a carico dei rispettivi bilanci ai sensi dell'articolo 48, comma 2, del medesimo decreto legislativo. In sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall'articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i comitati di settore provvedono alla quantificazione delle relative risorse, attenendosi ai criteri previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato. A tale fine i comitati di settore si avvalgono dei dati disponibili presso il Ministero dell'economia e delle finanze comunicati dalle rispettive amministrazioni in sede di rilevazione annuale dei dati concernenti il personale dipendente".
 
Tra le misure per il rilancio degli investimenti ed il concorso alla finanza pubblica delle Regioni viene menzionata l'edilizia sanitaria.
 
Le altre misure annunciate da Palazzo Chigi,
e più in particolare quelle riguardanti: il payback farmaceutico, la norma sull'incompatibilità tra il ruolo di presidente di Regione e quello di commissario ad acta per la sanità e l'anagrafe vaccini, dovrebbero tutti rientrare nel Decreto semplificazione collegato alla manovra.
 
Mentre al momento non c'è traccia delle norme sul numero chiuso in medicina che tante polemiche avevano suscitato dopo l'annuncio della sua eliminazione nel primo comunicato stampa di Palazzo Chigi seguito all'approvazione della manovra in Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre.
 
Giovanni Rodriquez

23 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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