Vaccini. Il no dei presidi a Grillo. “Per entrare a nidi e materne servirà certificato. La circolare Miur-Salute è inapplicabile per quest’anno”. E poi: “No a classi differenziali”
di L.F.
Fumata nera oggi nell’incontro tra il Ministero della Salute e l'Associazione nazionale presidi in tema di vaccini e iscrizione a scuola. Dai dirigenti scolastici è arrivato un ‘no’ secco a tutta la linea fino a qui messa in campo da Ministero e maggioranza di governo con bocciature sia dell'autocertificazione che dell'emendamento al Milleproroghe che congela l'obbligo di vaccinazione per l'ingresso all'asilo. No anche alle classi 'differenziali'. Nuovo incontro a fine mese.
08 AGO - Dopo la
richiesta fatta ieri dai presidi si è svolto oggi l’incontro al Ministero della Salute tra l’Associazione nazionale presidi e ed una delegazione del ministero presieduta dal Capo di Gabinetto
Alfonso Celotto. Al centro dell’incontro, il paventato slittamento degli obblighi vaccinali e la conseguente ricaduta sulle scuole.
E dai presidi arriva una nuova e sonora bocciatura per il Ministro della Salute
Giulia Grillo e per l’emendamento al Dl Milleproroghe (approvato al Senato e dall’11 settembre sarà all’esame della Camera) che ha congelato l’obbligo di vaccinazione per l’ingresso ad asili e scuole dell’infanzia.
"Il diritto alla salute è prioritario su quello all’Istruzione. Allo stato delle cose, se non verrà presentato all'inizio dell'anno scolastico il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a scuola, a nidi e materne. Non è possibile far prevalere la nuova circolare Grillo. Per ora, almeno fino all'inizio del nuovo anno scolastico, resta in vigore la Legge Lorenzin: sarà quest'ultima ad essere applicata", ha dichiarato il Presidente dell’Anp
Antonello Giannelli che ha fatto presente al Ministero quello che “tutti i colleghi già sanno e cioè che essi sono dirigenti dello Stato e Pubblici Ufficiali tenuti a rispettare e a far rispettare la Costituzione, le leggi e i principi di base dell’ordinamento. E che inoltre, ‘per costante giurisprudenza della Cassazione Penale, essi sono anche titolari di posizioni di garanzia dell’incolumità di tutti coloro che frequentano gli ambienti scolastici’”.
No a modifica legge Lorenzin. “Se il “decreto Lorenzin” fosse modificato nel senso ipotizzato – spiega Giannelli - , la presenza di bambini non vaccinati nelle scuole relative alla fascia di età 0-6 anni metterebbe a rischio la salute dei bambini che non si possono vaccinare e di quelli le cui difese immunitarie sono indebolite anche temporaneamente, a seguito di patologie varie”.
No a classi differenziali. Sulla possibilità di classi “differenziali”, composte dai soli bambini vaccinati in cui inserire i bambini immunodepressi, è stato ribadito il “netto dissenso” dell’ANP, “sia perché si porrebbe un grave problema di carattere organizzativo, legato alla composizione delle classi ed alla regola della continuità, sia perché i bambini non sarebbero comunque protetti nei momenti di ricreazione e nei numerosi spazi comuni (mensa, palestra, bagni) e se ne violerebbe, di conseguenza, il diritto alla incolumità”. Da precisare come le classi ‘differenziali’ fossero già previste dalla legge Lorenzin.
In questo senso Giannelli che ha ribadito "la piena collaborazone dei presidi al Ministro affinché si superino al più presto le criticità" ha sottolineato che “l’ambiente scolastico è di gran lunga quello più favorevole alla diffusione dei contagi per le caratteristiche dei soggetti presenti, per la loro elevata relazionalità sociale – costituente proprio uno degli obiettivi della scuola stessa – e per le caratteristiche degli ambienti: relativamente poco voluminosi, spesso molto riscaldati e con basso ricambio di aria”.
Attenzione a travisamenti su autocertificazione.Il Presidente dell’ANP ha infine evidenziato che “stanno circolando evidenti travisamenti delle modalità di ricorso allo strumento dell’autocertificazione, peraltro non utilizzabile in campo sanitario se non a seguito di espressa previsione legislativa. Questo rischia, da un lato, di aumentare il carico di lavoro dei dirigenti scolastici (costretti a controllare la veridicità delle dichiarazioni e a denunciarne gli autori in caso di falso) e, dall’altro, di indurre molti genitori a rilasciare con leggerezza dichiarazioni delle quali potrebbero poi dover rispondere all’autorità giudiziaria penale”.
Al termine dell’incontro, il Ministero si è riservato di valutare quanto esposto dall’ANP e ha proposto di reincontrarne una delegazione prima della fine del mese di agosto.
L.F.
08 agosto 2018
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