Nasce la giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città. Si celebrerà ogni anno il 2 luglio
Obiettivo quello di richiamare l’attenzione e stimolare l’azione dei Sindaci sulla necessità e urgenza di promuovere la salute nelle città come bene comune. Promossa da Health City Institute e Cittadinanzattiva, con il patrocinio del ministero della Salute, dell’Anci e dell’Iss. Lorenzin: “Le città sono quello che noi siamo o meglio noi siamo quello che sono le città”
14 FEB - Dimmi in che città vivi e ti dirò come stai. E sì, perché come segnalano i dati Istat, ben il 52% delle persone con diabete risiedono nelle 14 Città metropolitane, tant’è che il concetto di “diabete urbano o urban diabetes” si sta avvalorando sempre di più tra gli addetti ai lavori. Un esempio su tutti? Torino. È la quarta piazza nella graduatoria della città metropolitane italiane per popolazione residente colpita dalla malattia, ma è di gran lunga al primo posto tra quelle del Nord Italia in termini percentuali rispetto al numero di abitanti. Non solo diabete, in generale nelle città si assiste alla crescita di malattie croniche non trasmissibili, tra queste l’obesità. Un trend in crescita strettamente legato all’aumento della popolazione urbana, che rappresenta oggi il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano.
Ecco quindi che per focalizzare l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di promuovere la salute nelle città come bene comune, è stata presentata oggi al ministero della Salute,
la “Giornata Nazionale per la salute e il benessere nelle città”. Una Giornata - promossa da Health City Institute e Cittadinanzattiva, con il patrocinio del ministero della Salute, di Anci e dell’Istituto Superiore di Sanità - che verrà celebrata il 2 luglio di ogni anno. Una data non casuale: il 2 luglio è la giornata centrale dell’anno e che quest’anno avrà come tema “Colora di salute la tua città”. Una conferma anche dell'impegno a tutelare la salute nella città, già espressa in una
lettera inviata ai sindaci italiani lo scorso ottobre.
“Le città sono quello che noi siamo o meglio noi siamo quello che sono le città”. Così il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin dalla quale è arrivato pieno sostegno all’iniziativa: “L’istituzione della Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città rappresenta un’occasione preziosa per richiamare l’attenzione sulla necessità di migliorare la salute nei luoghi dove viviamo”.
“Progettare città che siano sempre più organismo viventi è una visione moderna e necessaria di cosa oggi significa salute. Ecco perché vedere come le città riescano a sostenere la salute dei loro cittadini è una sfida – ha detto – salute della città significa non solo salubrità dell’aria, ma anche la realizzazione di spazi verdi e di edifici ecosostenibili, di orti urbani. È quindi fondamentale aiutare i Comuni su come si può, con poche misure, favorire la promozione della vita attiva e la corretta alimentazione. La salute passa quindi anche attraverso le misure urbane, come la migliore gestione del trasporto pubblico, la cultura nella scuola alla sana alimentazione, iniziative di attività socializzanti come promuovere l’attività fisica nei parchi per sconfiggere la sedentarietà2.
“La realtà – ha aggiunto Lorenzin– ci mette di fronte ad un progressivo aumento dell’urbanizzazione che rende le città il luogo fondamentale dove sempre più persone vivono e lavorano. La transizione demografica con il progressivo invecchiamento della popolazione e l’evoluzione epidemiologica con l’esplosione delle patologie croniche pongono nuove sfide per i sistemi di welfare e sanitari del nostro Paese. Proprio con lo scopo di realizzare città e comunità sostenibili, salubri e in cui nessuno è lasciato indietro – ha aggiunto il ministro – vogliamo consolidare e incrementare l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, nonché il loro continuo monitoraggio adottando i metodi scientifici più all’avanguardia”.
Dal G7 Salute gli stimoli. Tutti temi questi, ha infine ricordato Lorenzin, legati all’agenda 2030 delle Nazioni Unite e al centro del G7 Salute organizzato lo scorso anno a Milano, dove per la prima volta “è stato lanciato un unico messaggio forte sulla certezza che i problemi ambientali e i cambiamenti climatici incidono sulla salute dei cittadini e sul fatto che è fondamentale adottare strategie globali per uno sviluppo sostenibile”.
Di certo gli scenari sono preoccupanti e bisogna agire in fretta. “Nel 2010, per la prima volta nella storia, è stato osservato che più di metà della popolazione mondiale risiedeva in città e che nel 2050 la stima della popolazione urbana attestava il dato al 70 per cento – ha detto
Andrea Lenzi, Coordinatore di Health City Institute e Presidente del Comitato per la biosicurezza e le biotecnologie della Presidenza del consiglio dei ministri – se guardiamo al nostro Paese, notiamo che più di un italiano su 3 (il 37%) vive oggi nelle 14 città metropolitane. Come corollario, riscontriamo una crescita delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, che sono fortemente legate ai profondi cambiamenti di stile di vita che tutto ciò comporta nelle popolazioni”.
I numeri. In Italia, secondo l’Istat, le persone con diabete sono 3,27 milioni, di cui il 52% risiede nelle 14 Città metropolitane. In particolare, secondo le elaborazioni di
Health City Institute su dati Istat relativi alle quattro città italiane più importanti, nella sola capitale ci sono oltre 286 mila persone con diabete, ovvero il 50% delle persone con diabete residenti nel Lazio. A Napoli ci sono quasi 209 mila residenti con diabete e Milano oltre 144 mila. Torino, come già detto, con le sue 121 mila persone con diabete è in testa alla classifica delle città del Nord Italia in termini percentuali rispetto al numero di abitanti.
E i Comuni possono avere un ruolo strategico su questi fenomeni. “Dobbiamo investire con forza sulla salute e sul benessere nelle nostre città – ha affermato
Roberto Pella, Vicepresidente Anci –lo sviluppo urbano, cui il mondo ha assistito e assiste ha modificato profondamente lo stile di vita della popolazione e trasforma il contesto ambientale e sociale in cui viviamo, creando problemi di equità, generando tensioni sociali e introducendo minacce per la salute della popolazione la configurazione attuale delle città e, più in generale l’urbanizzazione, presentano per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche molte opportunità da sfruttare con un’amministrazione cosciente e oculata. Occorre identificare strategie di azione per rendere consapevoli governi, regioni, città e cittadini dell’importanza della promozione della salute nei contesti urbani, immaginando un nuovo modello di welfare urbano. Colora di salute la tua città – ha concluso – è quindi la dimostrazione di un grande gioco di squadra che stiamo portando avanti”.
Le azioni di sensibilizzazione. In questa direzione sono già state intraprese numerose iniziative di sensibilizzazione rivolte agli amministratori comunali e ai cittadini. La Giornata Nazionale per la salute e il benessere nelle città nasce infatti nel solco di queste azioni. Pensiamo al “Manifesto della salute nelle città: bene comune”, alla “Roma Urban Health Declaration”, siglata tra ministero della Salute e Anci in occasione del G7 side event “Health in the Cities”. Un iniziativa grazie alla quale sono state identificate 15 azioni per migliorare la salute delle nostre città: dal monitoraggio dei sistemi di inquinamento alla riduzione degli inquinanti, ma anche alla trasformazione delle metropoli in veri e propri ‘organismi viventi’, sostenibili dal punto di vista ecologico e ambientali.
Obiettivo di queste iniziative e dell’Health City Institute ha quindi spiegato Lenzi “è quello di rendere le città più ‘Healthy’, ovvero consce dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mettono in atto politiche chiare per tutelarla e migliorarla, in accordo con l’invito rivolto dall’Oms ai governi ad adoperarsi responsabilmente, attraverso programmi di educazione alla salute, a promuovere uno stile di vita sano e a garantire ai cittadini un alto livello di benessere. L’Health City Institute – ha precisato – è un organismo che si avvale di esperti indicati, tra gli altri, da ministero della Salute, Iss, Istat e Censis, e che delinea gli elementi chiave che possono guidare le città a studiare e approfondire i determinanti della salute nei propri contesti e a fare leva su di essi per definire strategie tese a migliorare gli stili di vita e il benessere psico-fisico del cittadino”.
Lino del Favero, Direttore dell’Iss ha sottolineato l’attenzione dell’Istituto al problema dell’inclusione sociale nelle città e alle ricadute sulla salute della popolazione. “All’interno delle città abbiamo aspettative di salute fortemente diverse – ha affermato – con setting di popolazione che vanno individuati per favorire azioni di prevenzione. Su questo stiamo lavoriamo con un’attività di monitoraggio della popolazione. Pensiamo alle criticità dell’obesità e della sedentarietà pediatrica, fenomeni da combattere. Per questo abbiamo portato avanti progetti come Occhio alla salute”.
“Incidere sui comportamenti dei cittadini e cambiare la nostra cultura è uno dei passaggi più difficili – ha detto
Francesca Moccia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva – ma tutti i numeri ci dicono le città presentano molti più rischi per la salute della popolazione, rischi che vanno contenuti sia con un maggiore impegno delle amministrazioni comunali, sia con un cambiamento nei comportamenti della popolazione. Ecco perché ci spenderemo con forza per questa giornata sensibilizzando i cittadini di tutte le città italiane ad attivarsi sui temi della salute e del benessere, e anche con iniziative concrete come combattere la sedentarietà camminano tutti insieme. Perché se la sanità pubblica è un bene comune, anche la salute è un bene comune”.
14 febbraio 2018
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