Lorenzin: “Farmacia e farmacisti non erogano prodotti ma servizi sanitari”
Il ministro è intervenuta al seminario promosso dalla Fofi sul tema “Legge sulla concorrenza: società di capitali, professioni e farmacia”. “Il farmacista, il medico o il ricercatore non fanno manodopera”, ha detto. “La sanità del futuro è un processo da costruire insieme, partendo dal riconoscimento del ruolo di ciascuno”.
16 OTT - “La farmacia è da anni sottoposta ad attacchi che scaturiscono da una visione distorta che considera la farmacia e il farmacista un semplice erogatore di un prodotto e non un erogatore di un servizio. Ma non è così. Un Ssn che vuole rimanere universalistico ed essere vicino ai cittadini deve considerare la farmacia come un erogatore di servizi sanitrai a tutti gli effetti. Allora dobbiamo combattere contro la proletarizzazione del professionista. Il farmacista, il medico o il ricercatore non fanno manodopera”. Ad affermarlo è stata stamani il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, intervenendo al seminario promosso dalla Fofi (Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani) sul tema
“Legge sulla concorrenza: società di capitali, professioni e farmacia”.
“In Italia, come in molte parti del mondo – ha osservato Lorenzin – c’è stata una fase di grande mobilitazione sociale, che ha permesso anche ai figli degli operai di prendere una laurea e di intraprendere percorsi lavorativi in settori di grande rilievo. Questo – ha sottolineato il ministro - non è un peccato, anzi. Si tratta di una opportunità che era giusto fosse riconosciuta. La società cambia e devo modernizzarsi. Ma questo non deve rappresentare un passo indietro sui principi della professionalizzazione”. A questo scopo, ha spiegato Lorenzin, è nato il Ddl di riordino delle professioni, attualmente alla Camera.
Il ministro, nell’ambito delle polemiche contro le farmacie, ha poi evidenziato la necessità di tenere lo sguardo su tutta l’Italia. “Non pensiamo solo alle realtà delle grandi città. L’Italia non è Roma. Nei piccoli centri, in alcune Regioni o nei territori più isolati, la farmacia svolge, nei fatti, il lavoro di un poliambulatorio. È la verità e dobbiamo tenerne conto quando parliamo di fare sistema. Alcune Regioni, ad esempio, stanno coinvolgendo le farmacie nei piani di presa in carico dei pazienti cronici, ed è questa la direzione verso cui deve muoversi la sanità del futuro. Su due linee, in particolare: la prevenzione, a cominciare dagli stili di vita; e una nuova organizzazione della Medicina del territorio affinché riesca a gestire la cronicità in modo efficiente e forte. Questo – ha detto Lorenzin – è un processo da costruire insieme, partendo dal riconoscimento del ruolo di ciascuno”.
Il ministro, rivolta ai rappresentanti del mondo delle farmacie riunite per il seminario della Fofi, ha poi parlato di “bilancio positivo del mio lunghissimo mandato”, la cui “stabilità ha permesso di portare al traguardo una serie di riforme strutturali importanti. Di alcuni riusciamo già a vedere i frutti, per altri ci vorrà qualche anno”.
“Cinque anni fa – ha quindi ricostruito Lorenzin - eravamo in una situazione molto difficile. L’Italia era in piena recessione, oltre la metà delle Regioni in default e il Ssn era considerato solo un costo. Oggi le cose sono concettualmente cambiate. Abbiamo ricominciato a fare politica economica e finanziaria. Il Ssn certamente costa, ma sappiamo bene che è anche un fattore di sviluppo del Paese. Produce benessere e produce economie di scala, rappresentando il 12% del nostro Pil. La sanità – ha proseguito Lorenzin – è tornata protagonista dell’agenda di governo e vettore di sviluppo. Si è compreso, finalmente, che dobbiamo affrontare la grande sfida dell’innovazione in modo diverso”.
Il ministro ha quindi spiegato come, nell’ambito della legge di Bilancio, si stia lavorando per dare “un peso diverso all’innovazione, a partire dalla spesa farmaceutica. L’auspicio è che chi verrà dopo di me continuerà a lavorare su questo nuovo concetto di innovazione, legato anche ai Drg e quindi a percezione diversa del modo in cui si costruisce il costo di una prestazione sanitario”.
Parlando ancora del nuovo corso della sanità italiana, Lorenzin ha voluto infine evidenziare l’importanza di essere tornati ad essere “un brand riconosciuto a livello mondiale, come dimostra la recente nomina del Direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute italiano
Ranieri Guerra ad Assistant Director general dell’Oms, nonché la presenza di un italiano ai vertici dell’Oie (Organisation for animal health) e nell’executive board regionale dell’Oms Europa-Africa. Insomma, abbiamo riconquistato tutte una posizione a livello mondiale in tutte le più importanti organizzazioni della sanità. Siamo considerati - ha concluso - il terzo paese al mondo per livello sanitario, preceduti solo da Hong Kong e Singapore che però, come sappiamo, rappresentano realtà ben più piccole della nostra”.
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16 ottobre 2017
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