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‘Dopo di noi’. La legge è un flop? Il Governo smentisce: “Concluse positivamente le istruttorie dei progetti di 16 Regioni. Già erogati oltre 86 mln dei 90 stanziati”


A spiegarlo, rispondendo così alle critiche sollevate da diversi quotidiani in questi ultimi mesi, è stata ieri la sottosegretaria al Lavoro Franca Biondelli, rispondendo in Commissione Affari sociali ad un'interrogazione sul tema presentata da Ileana Argentin (Pd). La sottosegretaria ha poi anticipato che i ministeri competenti hanno già elaborato il decreto di riparto, per l'anno 2017, delle risorse del Fondo per un importo complessivo di 38,3 milioni di euro.

14 GIU - La legge sul 'Dopo di noi', approvata in via definitiva dal Parlamento il 14 giugno 2016, nelle scorse settimane era stata oggetto di critiche su diversi quotidiani che avevano parlato di un "fallimento" del provvedimento. In particolare le accuse sostenevano: "Ad un anno dall'approvazione dalla legge che tutela le persone in difficoltà senza padri e madri mancano fondi e strutture".
 
Ma stanno davvero così le cose? C'è innanzitutto da chiarire che la legge non è operativa da un anno. Il Ministro del Lavoro, di concerto con il Ministro della Salute e quello dell'Economia, ha emanato il decreto ministeriale 23 novembre 2016 che fissa i requisiti per l'accesso alle prestazioni a carico del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, stabilendo inoltre la ripartizione tra le Regioni delle risorse per l'anno 2016 pari a 90 milioni di euro. Questo decreto è stato registrato alla Corte dei conti lo scorso 13 febbraio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il successivo 23 febbraio 2017.
 
Le Regioni poi, come previsto dall'articolo 6 comma 1 del DM 23 novembre 2016, avevano il compito di predisporre le linee di indirizzo dei programmi per l'attuazione degli interventi e dei servizi per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, da sottoporre all'esame del Ministero del Lavoro entro la fine del mese di febbraio 2017.
 
Come spiegato ieri dalla sottosegretaria al Lavoro Franca Biondelli in Commissione Affari Sociali alla Camera, in risposta ad un'interrogazione sul tema presentata da Ileana Argentin (Pd), "tutte le Regioni, fatta eccezione per la Valle d'Aosta, hanno provveduto all'invio degli indirizzi programmatici richiesti e che il Ministero del lavoro ha concluso positivamente le istruttorie relative alle programmazioni di 16 Regioni alle quali, pertanto, ha erogato le relative risorse per un importo totale di euro 86.040.000,00 pari ad al 95,6 per cento delle risorse complessivamente stanziate per l'anno 2016 (90 milioni di euro)".
 
"In particolare – ha aggiunto Biondelli – le Regioni hanno destinato oltre il 27 per cento delle risorse complessivamente erogate ai percorsi di accompagnamento per l'uscita dal nucleo familiare di origine e agli interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative con determinate caratteristiche; circa il 14 per cento di tali risorse ai percorsi di accrescimento della consapevolezza e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile; oltre il 27 per cento a interventi per la realizzazione di innovative soluzioni alloggiative e, in via residuale, circa il 4 per cento a interventi per la permanenza temporanea al di fuori del contesto familiare".
 
La sottosegretaria ha poi anticipato che i ministeri competenti, sulla base dei criteri sperimentali previsti per l'anno 2016, hanno elaborato il decreto di riparto, per l'anno 2017, delle risorse del Fondo per un importo complessivo di 38,3 milioni di euro.
 
L'altra accusa mossa al Governo riguardo la legge sul 'Dopo di noi' è stata quella di non aver proceduto ad una 'mappatura' del numero dei possibili destinatari di questo provvedimento stanziando risorse senza criterio. "Tengo a precisare che l'articolo 6, comma 5, decreto ministeriale 23 novembre 2016 stabilisce che le informazioni sulla presa in carico e gli interventi attivati per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare siano messe a disposizione del Casellario dell'Assistenza, istituito presso l'Inps, anche al fine di migliorarne la programmazione, il monitoraggio e la rendicontazione. Tali informazioni sono utilizzate ai fini della validazione del numero complessivo dei soggetti beneficiari delle misure a carico del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare - ha spiegato Biondelli -. Parimenti – ai sensi dall'articolo 3, comma 6, del decreto ministeriale 26 settembre 2016 di riparto delle risorse del Fondo nazionale per le non autosufficienze, per l'anno 2016 – le informazioni sulla presa in carico e le prestazioni erogate alle persone con disabilità gravissima, assistite nei territori regionali, sono trasmesse al Casellario dell'Assistenza da tutti gli enti erogatori degli interventi e sono utilizzate ai fini della validazione del numero complessivo di tali soggetti".
 
In questo senso l'intento dell'Esecutivo era chiaro fin dal principio: partire con la legge mettendo in campo stanziamenti e procedendo all'avvio di progetti regionali destinati a questi soggetti, e censire nel mentre, insieme alle Regioni, il numero preciso di disabili privi di sostegno famigliare presenti sul territorio. L'alternativa, ossia procedere ad una loro ricognizione preventiva, avrebbe significato tardare l'avvio della legge non di qualche mese - come avvenuto - ma con ogni probabilità di qualche anno.
 
Giovanni Rodriquez

14 giugno 2017
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