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Arrestato Mario Mantovani, vicepresidente della Lombardia. L’accusa è concussione, corruzione aggravata e turbativa d’asta


I fatti contestati risalgono al periodo tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. In quell’epoca Mantovani era  assessore regionale alla Sanità, Senatore, sottosegretario di Stato e sindaco di Arconate. In carcere altre due persone, Giacomo Di Capua, dipendente della Regione, e Angelo Bianchi, ingegnere del provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria. IL COMUNICATO DELLA PROCURA

13 OTT - Arrestato stamani Mario Mantovani. Sul vice presidente della Regione Lombardia, fino poche settimane fa anche assessore regionale alla Sanità, pende l'accusa di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti. L'inchiesta della Gdf e della Procura di Milano ha portato in carcere anche Giacomo Di Capua, dipendente della Regione e “stretto collaboratore” di Mantovani, come si legge in una nota emessa dalla Procura di Milano, e Angelo Bianchi, ingegnere del provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, coinvolto per concorso in concussione “rivestendo il ruolo di R.U.P. di gare aventi quale Stazione Appaltante il citato Provveditorato” e indagato anche per corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti.

I reati contestati nell'indagine sono stati commessi tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. Mantovani, si legge nella nota della Procura, è coinvolto nel provvedimento “in qualità, all’epoca, di Senatore della Repubblica e Sottosegretario di Stato, assessore alla Salute di Regione Lombardia e sindaco del Comune di Arconate”.

La Procura informa infine che sono state effettuate perquisizioni e sequestri di documenti per “ulteriori ipotesi di reato”, cioè “abuso d’ufficio” e “turbativa d’asta”, che sono “ascrivibili a Mario Mantovani in concorso con altri soggetti”. I sequestri e le perquisizioni sono avvenute a Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, presso gli uffici della Lombardia, 9 abitazioni e 17 enti/società riconducibili agli arrestati e “ad altri 12 indagati”.

13 ottobre 2015
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