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Riforma Titolo V. De Biasi (PD): “Con scorporo politiche sociali, a rischio l’integrazione socio-sanitaria. Grave errore”


“Voterò sì, ma solo per lealtà verso il Gruppo e il Governo”. Così ieri sera in aula la presidente della Commissione Sanità sull’emendamento, riformulato d’intesa col Governo, del senatore Russo, anche lui del PD, con il quale si inserisce la possibilità di devolvere alle Regioni la potestà legislativa generale sulle politiche sociali.

08 OTT - “Voterò a favore di quest'emendamento, così come riformulato. Lo farò per una forma di lealtà nei confronti del mio Gruppo e del Governo, che sostengo. Questo è il mio modo: non pretendo che sia di tutti, tuttavia vorrei che rimanesse agli atti che in questo emendamento c'è un errore, a mio avviso molto grande, ossia l'inserimento delle politiche sociali all'interno del cosiddetto regionalismo variabile, come mi pare l'abbia definito il Sottosegretario”.
 
Erano passati solo pochi  minuti dall’annuncio in Aula del sottosegretario alle Riforme Pizzetti che aveva annunciato il voto favorevole all’emendamento Russo in una nuova formulazione, e la presidente della Commissione Sanità del PD Emilia De Biasi manifestava tutta la sua contrarietà alla scelta del Governo.
 
“La Camera – ricordava De Biasi - ha emendato all'articolo 117 della Costituzione parlando di disposizioni generali e comuni nel campo delle politiche sanitarie e sociali, segnalando quindi un punto di grande importanza, e cioè l'integrazione sociosanitaria, che è fondamentale per rendere sostenibile e universalistico il nostro sistema sanitario”.
 
“Se noi scorporiamo le politiche sociali e le diamo - è certo una possibilità, come è ovvio - alle Regioni – spiegava subito dopo la senatrice - che ne fanno richiesta sulla base dell'esclusivo pareggio di bilancio, noi restringiamo il valore delle politiche sociali a un tema esclusivo di bilancio e non di virtuosità nell'applicazione e nell'integrazione”.
 
Insomma per De Biasi si tratta di un grave errore anche perché, ha detto, “per politiche sociali, noi intendiamo quelle politiche che hanno a che fare con la persona e in particolare con i disabili, gli ammalati, i bambini, gli anziani, i cronici, cioè con tutti quei soggetti che sono presenti all'interno del Patto per la salute, che è stato siglato tra il Governo italiano e le Regioni nella Conferenza unificata Stato-Regioni, che peraltro non verrà abolita. E, quindi, c'è già un momento di relazione e rapporto”.
 
“È evidente che politiche sociali lasciate lì da sole non hanno alcun senso – aggiunge ancora de Biasi - e non solo non hanno alcun senso, ma addirittura incorrono in un rischio. Visto che il vincolo è quello del pareggio di bilancio e non c'è invece un vincolo alle risorse (quindi quelle risorse vanno date alle politiche sociali, ma questo non c'è), mi permetto anche di sospettare che il pareggio di bilancio, tranne che nel primo anno, si raggiunga negli anni successivi utilizzando esattamente i soldi delle politiche sociali. E, naturalmente, ciò porterebbe ad una decadenza del sistema. Io lo segnalo e desidero che rimanga agli atti di questo Parlamento”.
 
“Il Governo ha deciso diversamente. Il senatore Russo ha accettato la riformulazione e io non gliene voglio. Può essere che sia una speranza, e allora perché negarla? La Costituzione, però – conclude De Biasi - è qualcosa di più che una semplice speranza”. 

08 ottobre 2015
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