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I medici e la partita a poker con Renzi. Ecco le mosse giuste per giocarsela bene

di Ivan Cavicchi

Tutto dipende dalle proposte e dalla piattaforma che si sarà in grado di mettere in campo e dalle mobilitazioni che a partire da essa sapremo organizzare nel paese. Questa piattaforma per evidenti motivi non può riguardare solo i medici ma l’intero sistema sanitario e non può essere un elenco della spesa

28 SET - Quando Renzi ha parlato al TG5 avevo già scritto l’ articolo conclusivo  di riflessione sullo sciopero (il terzo). All’inizio sono stato tentato di pubblicarlo tale e quale con una postilla perché analisi e ragionamento ne uscivano pienamente confermati, ma poi ho pensato che per un editorialista la prima cosa resta l’attualità.
 
Nel mio articolo sostenevo che:
· non bisognava dare retta alle televendite (Lorenzin, Gelli ecc.) quelle che promettono rinnovi contrattuali, sblocchi del turn over, stabilizzazione del precariato, inutili cabine di regia, ecc;
· l’unico vero dato resta il complesso delle politiche del governo, la sua idea di spending review, la riduzione della pressione fiscale, l’andamento del Pil;
· il finanziamento della sanità sarebbe stato deciso come sempre è stato deciso cioè dai  numeri delle compatibilità secondo la linea del definanziamento graduale della sanità rispetto al Pil;
· per noi la sanità è il primo pensiero ma è possibile che non lo sia per un governo che ritenesse di dover adempiere a ben altre priorità finanziarie come ad esempio le riduzione delle tasse;
· è possibile che l’intenzione da parte nostra di fare sciopero induca il governo a mollare qualcosa, ma senza che cambi la strategia quindi a definanziamento invariante;
· l’idea di finanziare la cancellazione di alcune tasse con gli sprechi in sanità è politicamente seducente  per non essere usata, cioè rigore e giustizia sono  un binomio irresistibile;
· i risparmi che dovranno restare in sanità sono un gioco di prestigio una sorta di partita di giro: sprechi/risparmi/televendite ma a FSN sostanzialmente intorno ai valori del 2015; .
· alla fine il fondo sanitario  2016 sarà meno di quello che si auspica  ma solo perché è improbabile per le politiche economiche in essere assicurare la crescita di spesa che chiede  Chiamparino (3 mld in più).
 
A fronte di questo quadro mi dichiaravo scettico sulle possibilità di realizzare le televendite e invitavo la sanità non solo ad essere prudente e a non lasciarsi intortare per qualche spicciolo e qualche papocchio ma a non recedere dalla intenzione di scioperare. “Secondo me”, scrivevo, “sarebbe un errore strategico grave. Anzi  se fossi nei sindacati  mi smarcherei da tutte queste manfrine sul finanziamento” perché  le ragioni vere  per le quali  la sanità tutta dovrebbe scioperare sono ben altre. Si tratta di:
· interrompere la politica di definanziamento  che sta mettendo seriamente in pericolo  il sistema pubblico;
· opporsi alla decapitalizzazione del lavoro in tutte le sue tante forme dal demansionamento alla cancellazione delle autonomie professionali;
· ripensare la governance del sistema perché le Regioni e le aziende con le loro incapacità ci hanno messo nei guai;
· riprenderci la concertazione perché non è giusto che sulla sanità decida chi non ha ne  idee  ne esperienze e ne cultura politica;
· difendere i cittadini e i malati che ormai sono trattati peggio delle bestie ammassate  nei recinti dei mattatoi.
 
Dobbiamo scioperare”, scrivevo concludendo, “per far capire che siamo gente seria che non si fa prendere in giro da nessun  prestigiatore” e“perché ci dobbiamo prendere la responsabilità di cambiare questo sistema pubblico per non essere complici con i nostri limiti della sua distruzione ”.
 
A questo punto Renzi va in televisione e ci dice:
· il Fsn resta sottofinanziato confermando la strategia del definanziamento in rapporto al Pil  con altri 2mld di tagli lineari;
· sono disponibile ad una intesa con i medici ma sugli sprechi.
 
Quattro le cose sottointese  importanti:
· l’intesa eventuale per evitare lo sciopero  si può fare  ma  sulla sua idea di sostenibilità;
· gli sprechi si tagliano in modo lineare cioè  non sono  processi di trasformazione del sistema di spesa  spiegando così il decreto sull’appropriatezza in realtà come una forma di taglio  sui Lea;
· i soldi che vi diamo vanno spesi “meglio”;
· “...dobbiamo trovare un criterio per cui si facciano le cose che servono davvero”.
 
Che fare? A questo punto o si fa un bel comunicato stampa con il quale si dichiara lo sciopero perché Renzi non ci ha convinto e che mi pare sia la posizione all’incirca  della Fnomceo o, come  quando si gioca a poker,  si vede e si chiede un incontro con il premier con  l’obiettivo immediato, a) di ristabilire i termini per una  concertazione, b) di definire  un protocollo di intenti, c) di presentare entro un tempo ragionevole una piattaforma.
 
In entrambi i casi bisogna preparare una piattaforma ma una vera, non l’elenco della spesa come tre anni fa, o la somma delle rivendicazioni  contrattuali. Ma prima di scrivere la piattaforma bisogna decidere se stare o no nelle compatibilità di Renzi. Non ho alcun problema a dire che se Renzi in cambio delle sue compatibilità (111 mld) mi restituisse la concertazione accettando  di ripensare  la sostenibilità quale  ricapitalizzazione del sistema attraverso il  lavoro libero dalle diseconomie, io accetterei.
 
In questo caso a noi spetterebbe l’onere di proporre un lavoro non diseconomico e ben altre professioni, ben altre organizzazioni, ben altri contratti e ben altre convenzioni. Se al contrario Renzi mi proponesse un accordo dentro la sua idea discutibile di sostenibilità, rifiuterei e dichiarerei lo sciopero generale della sanità. Nello stesso tempo però se i sindacati si presentassero con delle rivendicazioni ma senza ridiscutere i modi della sostenibilità non mi meraviglierei se Renzi tirasse dritto per la sua strada. Come tre anni fa fece Monti.
 
Il capo del governo ha avanzato in modo informale una proposta di transazione, ebbene  dobbiamo decidere cosa chiedere  e cosa dare ...se come  è stato fatto  sino ad ora , pensiamo di chiedere senza dare avremo poco o niente. Se quello che proponiamo è allo stesso tempo un vantaggio per noi, i malati e per Renzi, allora avremo molto di più.
 
Oggi tutto dipende dalla piattaforma che presenteremo e dalle mobilitazioni che a partire da essa sapremo organizzare nel paese. Questa piattaforma per evidenti motivi non può riguardare solo i medici ma l’intero sistema sanitario. E’ con tutta la sanità che si vince e mi meraviglia che categorie importanti come gli infermieri tacciano lasciando ai medici per intero lo spazio politico della battaglia senza che si rendano conto di marcare nei loro confronti di fatto una imbarazzante ausiliarità politica  oltretutto screditati dal naufragio del loro fallimentare progetto di competenze avanzate.
 
Se la piattaforma sarà, rispetto al forte bisogno di cambiamento,  inadeguata, si perde politicamente la partita e le nostre vite professionali  si immiseriranno sempre più,  se invece avremo  il coraggio di voltare pagina si riapriranno i giochi. Davvero una bella responsabilità.
 
Ivan Cavicchi
 
(Leggi la prima e la seconda parte)

28 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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