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Farmacisti e pensione/1. Croce (Enpaf) alla Camera: “Proposta Fofi di contributo simbolico per disoccupati irrealizzabile”


"Il minore introito contributivo che deriverebbe dalla proposta Fofi andrebbe compensato o da un aumento della contribuzione soggettiva per tutti gli altri iscritti, o da una riduzione delle prestazioni pensionistiche in godimento". Così il presidente dell'Enpaf, Emilio Croce, è intervenuto ieri in audizione alla commissione Lavoro sulla risoluzione presentata da Matteo Dall'Osso (M5S) in merito proprio all'Enpaf.

21 MAG - "Per gli iscritti dipendenti, gli Organi statutari dell'Enpaf hanno introdotto il contributo di solidarietà mentre per i disoccupati si è provveduto a ridurre lo stesso contributo di solidarietà all’1% e, a breve, verrà consentita la possibilità di estendere da 5 a 7 anni il periodo massimo di disoccupazione”. Così il presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, è intervenuto ieri alla Camera in audizione alla commissione Lavoro sulla risoluzione presentata da Matteo Dall'Osso (M5S) in merito proprio all'Ente dei farmacisti.

Il presidente della cassa di categoria è poi intervenuto sulla proposta di ridurre simbolicamente a un euro la quota contributiva per i dipendenti e per i disoccupati, avanzata nel corso della medesima audizione dai rappresentanti della Federazione degli ordini dei farmacisti. "È del tutto evidente che, nel formulare tale proposta, non si è tenuto conto che i suoi effetti finanziari non possono in alcun modo essere scaricati sul patrimonio dell’Ente - ha precisato Croce - e finirebbero inevitabilmente per incidere sul saldo previdenziale, dato dalla differenza tra contributi e prestazioni: a imporlo è la legge, per l'esattezza l’art. 24, comma 24, del Decreto Salva Italia”.

“Il minore introito contributivo che deriverebbe dalla proposta Fofi, dunque, ancorché circoscritto ai nuovi assicurati, andrebbe di necessità compensato o da un aumento della contribuzione soggettiva per tutti gli altri iscritti, ovvero da una riduzione delle prestazioni pensionistiche in godimento. Nel formulare la loro proposta, i rappresentanti della Fofi presenti in audizione hanno ritenuto di sorvolare su questo peraltro fondamentale aspetto, che è certamente di loro compiuta conoscenza, evitando di farne il benché minimo cenno. Per responsabilità, però, non posso né tantomeno voglio fare altrettanto e, anche per quell'obbligo di chiarezza che è la prima e più probante manifestazione del rispetto che si deve a ogni collega, non posso fare altro che dire come stanno le cose: se la proposta Fofi, così come formulata, dovesse mai trovare accoglimento e, dopo l'approvazione delle nuove disposizioni di legge che si renderebbero necessarie per adottarla e il successivo placet dei ministeri vigilanti, trovasse applicazione, tutti gli altri iscritti Enpaf vedrebbero aumentare i loro contributi o, in alternativa, i pensionati Enpaf vedrebbero ridotti i loro trattamenti".

"Chiarito questo, ritengo in ogni caso doveroso richiamare i rappresentanti di tutte le diverse componenti della categoria a individuare soluzioni concrete che favoriscano il lavoro e l’occupazione dei colleghi, la cui mancanza è e resta il vero cuore del problema“ conclude Croce. "Al di là degli interventi che in ambito assistenziale l’Enpaf assicura ai disoccupati, unica cassa di previdenza che attribuisce dignità allo stato di disoccupazione, è poco comprensibile che una professione possa accettare che lo stato di disoccupazione di alcuni iscritti possa permanere a tempo indefinito, assoggettando questi ultimi anche alla contribuzione annuale all’Ordine e alla Federazione nazionale”. 

21 maggio 2015
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