Meeting Ministri Salute UE/1. Cure palliative. Lorenzin: "Tenere sempre presente principio fondamentale dell'umanizzazione"
Nel corso del meeting europeo in corso a Milano, il ministro ha ribadito la necessità di "promuovere e diffondere tra tutti gli operatori sanitari la consapevolezza della rilevanza della prevenzione, la diagnosi e la gestione del dolore cronico e delle cure palliative, tenendo conto anche della specificità pediatrica".
22 SET -
Il messaggio che il ministro della Salute ha inviato ai colleghi europei sul tema delle cure palliative e della terapia del dolore.
Cari colleghi, Sig. Commissario, signori Capi delegazione,
Vi rinnovo il più caloroso benvenuto a Milano ed il ringraziamento, già espresso a ciascuno di voi singolarmente, per aver accettato il mio invito, in qualità di Presidente di turno del Consiglio Salute dell’Unione europea, a questo Meeting informale.
L’Italia desidera che questo Meeting, che si colloca temporalmente nei primi mesi del Semestre, costituisca un punto di snodo importante dell’intera Presidenza ed anche l'occasione per offrirvi una migliore conoscenza delle nostre esperienze e delle nostre eccellenze, che non mancano in campo sanitario; per favorire il raggiungimento di tale scopo abbiamo messo all’ordine del giorno temi molto rilevanti per la salute ed il benessere dei nostri cittadini europei.
Su questo aspetto torneremo all’apertura della sessione plenaria. Ora vi invito a concentrarci, durante questa colazione di lavoro, su un primo tema particolarmente significativo, quello relativo a “terapia del dolore e cure palliative”. E’ un argomento che ho voluto personalmente inserire nell’agenda dei nostri lavori e che voglio trattare subito, in avvio, perché lo ritengo assolutamente fondamentale in una società come quella europea che invecchia e che vede crescere il numero di ammalati cronici. Il numero degli ultrasessantacinquenni passerà da 87 milioni di cittadini nel 2010 a 148 nel 2060.
E’ quindi essenziale lavorare per consentire a questa fascia di popolazione di vivere in salute e in modo attivo per molti anni, e considerare in questo percorso anche la messa a disposizione di strumenti, di procedure e di un’organizzazione che garantiscano un adeguato contrasto al dolore cronico, e – nei casi più gravi, non altrimenti affrontabili - cure palliative, che includano il trattamento degli aspetti psicosociali e spirituali, oltre che fisici.
D’altro canto non si possono dimenticare le esigenze specifiche della fascia d’età pediatrica, sia in materia di terapia del dolore che di cure palliative.
L’Italia si è dotata nel 2010 di una Legge che mira a garantire il raggiungimento di questi risultati, e si è data un sistema che coinvolge non solo le autorità sanitarie nazionali ma anche quelle regionali e locali nella gestione di questa problematica, attraverso la creazione di reti ad hoc. Tali reti mirano, oltre che ad erogare questo tipo di cure, a comunicarne la disponibilità ai cittadini, a garantire l’accesso ad esse, a monitorare i risultati raggiunti ed a formare adeguatamente gli operatori sanitari.
In quest’ambito si pone anche il problema della valorizzazione delle attività delle organizzazioni no profit, del ricorso ad approcci alternativi alla terapia del dolore, ad esempio attraverso terapie non farmacologiche nel dolore pediatrico, e della sperimentazione di approcci antalgici innovativi in coloro che non rispondono alle cure tradizionali. Tutto questo deve avvenire, a nostro parere, senza dimenticare il principio fondamentale dell’umanizzazione delle cure, inteso come l’attenzione a tutti gli aspetti della persona, non solo fisici ma anche psicologici e relazionali. Tale approccio implica che i professionisti sanitari si rendano partecipi dei bisogni, delle opportunità e delle risorse delle persone assistite e delle loro famiglie.
Nel riassumere il dibattito odierno nel report del Meeting, ci piacerebbe poter segnalare che oggi qui è stato avviato, sul piano politico, un percorso che porterà ad alcune azioni condivise, attraverso l’adozione di strategie e modelli assistenziali simili, partendo dalle best practices esistenti e che, pur nell’autonomia organizzativa dei diversi Stati Membri, è finalizzato a garantire l’accesso a tali cure per tutti.
Vorremmo conoscere se ritenete pienamente adeguati i percorsi assistenziali esistenti per gestire la problematica del dolore cronico e delle cure palliative, anche sul versante farmacologico. Sul versante delle proposte, vorremmo sapere su quali aspetti pensate che si possa sviluppare un approccio condiviso, come si possa garantire l’accesso a queste cure e quali modalità di comunicazione pensate sia opportuno adottare sia per sensibilizzare sull’argomento pazienti ed operatori.
Sarà utile sapere quale contributo ritenete possa fornire la Commissione europea a questo processo, ed in particolare se ritenete opportuno che la terapia del dolore e le cure palliative costituiscano una priorità di Horizon 2020 e del 3° Programma sulla salute pubblica e se concordate con l’istituzione di una Giornata europea per le cure palliative.
Cari colleghi, riassumo il dibattito ricordandone in breve i punti salienti.
Credo fermamente che si debba dare adeguata considerazione nelle strategie nazionali e regionali di sanità pubblica all’inclusione di politiche efficaci per le cure palliative e la terapia del dolore, tenendo conto della specificità pediatrica. Ciò può attuarsi attraverso la creazione di reti nazionali per la terapia del dolore, cure palliative, e la terapia del dolore e le cure palliative pediatriche, al fine di garantire il diritto del paziente di evitare sofferenze e dolore non necessari.
E’ di fondamentale importanza che si garantisce l'accesso alla terapia del dolore e a tutti i farmaci attualmente disponibili ed essenziali necessari per le Cure Palliative e per la Terapia del dolore con particolare attenzione ai farmaci oppioidi, per ridurre le disuguaglianze sanitarie esistenti tra regioni e tra Stati membri dell’UE nell’ambito della equità del diritto alla salute.
In questo ambito di tutela, così come sancito in Itala dall’art. 1 della Legge 38 del 2010, assume particolare rilevanza porre l’attenzione nello studio e nella proposta di adeguate risposte ai bisogni delle categorie di pazienti più fragili, come bambini, anziani e persone con handicap neurocognitivo e sensoriale.
E’ necessario promuovere campagne istituzionali di comunicazione destinate a sensibilizzare sull'impatto medico, sociale ed economico che il dolore cronico, la sua gestione e le cure palliative hanno su pazienti, famiglie, badanti, datori di lavoro, nonché informare i cittadini sulle modalità e sui criteri di accesso alle prestazioni e ai programmi di assistenza in materia di cure palliative e di terapia del dolore. E’ importante ricordare il contributo fornito dalle associazioni no-profit nello sviluppo e nella crescita della cultura palliativa; promuovere iniziative per fortificare e supportare le organizzazioni civiche nella loro opera di aiuto ai pazienti affetti da dolore e ai pazienti con bisogni di cure palliative è indispensabile perché siano coscienti dei loro diritti e possano effettuare scelte consapevoli.
Nell’ambito della formazione e della ricerca si propone di:
• Promuovere e diffondere tra tutti gli operatori sanitari la consapevolezza della rilevanza della prevenzione, la diagnosi e la gestione del dolore cronico e delle cure palliative, tenendo conto della specificità pediatrica, in particolare attraverso l'istruzione universitaria e post-universitaria e l'aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e socio-sanitario, impegnato nella terapia del dolore e nell'assistenza nel settore delle cure palliative;
• Favorire l’inclusione delle Cure Palliative e della Terapia del dolore, anche in ambito pediatrico, come parte integrante nella formazione “undergraduate” dei medici e di tutti gli operatori sanitari, e nella formazione specialistica per i professionisti che operano in modo continuativo in questo tipo di cure;
• Rafforzare la ricerca sulla terapia del dolore e quella sulle cure palliative come priorità nel programma quadro dell'UE Horizon 2020, nel Terzo Programma sulla salute, e nei programmi di ricerca equivalenti a livello nazionale ed europeo, affrontando l'area della prevenzione della cronicità dolorosa e della cura delle patologie complesse di natura centrale l'impatto sociale del dolore e il peso del dolore cronico sui settori sanitari, sociali e dell’impiego.
La massima funzionalità delle reti assistenziali sarà garantita dai processi di monitoraggio e, a tal fine, si propone di:
• Sostenere gli Stati membri nello sviluppo di database utili per l’analisi di indicatori di struttura, processo e risultato, con l’obiettivo di monitorare il funzionamento delle reti nazionali di cure palliative e di quelle di terapia del dolore, anche per quanto riguarda l’ambito pediatrico.
• Favorire lo sviluppo di una Rete Europea di monitoraggio dello sviluppo delle Reti di Cure Palliative e di quelle di Terapia del dolore.
Al fine di fornire la massima rilevanza a quanto verrà deciso si propone, infine, di istituire due giornate ufficiali europee, la prima dedicata alla lotta al dolore, o più in generale sui diritti del paziente, e la seconda alle Cure Palliative, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder istituzionali al diritto di accedere alle cure palliative per tutti i malati affetti da qualunque patologia cronico-degenerativa in fase avanzata o terminale, al diritto di essere curati ed assistiti in modo competente ed a veder garantita la propria dignità fino alle fasi ultime della vita.
La Presidenza italiana darà seguito alle Vostre considerazioni, che ho appena riassunto, e discuterà con la Commissione e con gli altri Paesi del Trio come dare un seguito a quanto emerge dal nostro scambio di vedute. Vi aggiorneremo in occasione del Consiglio EPSCO di dicembre.
22 settembre 2014
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