Concorso medicina generale. Crimì (Pd): "Fare chiarezza sui test di accesso"
Questa la richiesta del deputato, che ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute per accertare l'accaduto dopo le diverse segnalazioni riguardanti le modalità di svolgimento delle prove. "Sembrerebbe che in diverse Regioni le aule utilizzate erano insufficienti a contenere il numero di candidati e le Commissioni erano carenti di personale".
22 SET - “In seguito alle numerose segnalazioni riguardanti le modalità di svolgimento delle prove di selezione ai Corsi di formazione in Medicina generale dello scorso 17 settembre, ho presentato un’interrogazione al Ministro della Salute per accertare l’accaduto ed evitare che errori simili si ripetano”. A dirlo è
Filippo Crimì, deputato vicentino del Pd.
“Sembrerebbe che in diverse Regioni d’Italia i test si siano svolti in condizioni assolutamente inadatte a un concorso pubblico. Le aule utilizzate erano insufficienti a contenere il numero di candidati e le Commissioni d’esame, nominate a garanzia del corretto svolgimento delle prove, erano carenti di personale - ha spiegato Crimì -. Tali condizioni hanno favorito la collaborazione tra candidati, l’utilizzo di smartphone per la soluzione dei quiz e impedito alle Commissioni di svolgere un adeguato controllo. I concorsi non si possono svolgere in questo modo, deve essere garantita l'imparzialità e l'onestà morale degli esaminandi che si devono avvalere dell’unico strumento in loro dotazione è cioè il proprio sapere e la propria capacità individuale”.
“Quanto accaduto - ha concluso il deputato Pd - mette in evidenza la necessità di migliorare le modalità utilizzate e di adottare un sistema di selezione a graduatoria nazionale, così come già avviene per le Scuole di specialità universitarie, anche per l’accesso ai corsi di medicina generale; solo così si garantiscono trasparenza, oggettività e merito”.
22 settembre 2014
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