Riforma PA. Emendamento in Affari Costituzionali: medici e universitari in pensione a 65 anni
La soglia è più elevata rispetto agli altri lavoratori della PA, cui basteranno invece 62 anni. L'emendamento stabilisce che l'accesso alla pensione avverrà "con decisione motivata con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi”
28 LUG - I dirigenti medici e del ruolo sanitario del Ssn, i professori universitari e i ricercatori potranno andare in pensione “con decisione motivata con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi” nel momento in cui le aziende decideranno di risolvere il contratto con la maturazione dell’anzianità contributiva. Tuttavia l’accesso alla pensione potrà avvenire soltanto a partire dai 65 anni, soglia più elevata rispetto agli altri lavoratori della Pa, cui invece basteranno 62 anni.
La misura è contenuta in un emendamento alla riforma della Pa (Legge 90) approvato in Commissione Affari Costituzionali. Nei giorni scorsi, come già anticipato da Quotidiano Sanità, era stato approvato
un altro importante emendamento in Commissione Affari Costituzionali. Si tratta del 15.4, a prima firma Filippo Crimì (Pd), che sposta la data di emanazione del decreto del Miur per portare la durata dei corsi di specializzazione medica entro i limiti minimi previsti dalla normativa europea in materia, dal 31 marzo 2014 al 28 febbraio 2015.
28 luglio 2014
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