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Test medicina. Lorenzin: "Sono per il numero chiuso, ma percorso di 10 anni è troppo lungo"


Così il ministro della Salute è intervenuta questa mattina al II workshop nazionale sulla formazione universitaria di medicina ospitato presso il Policlinico Gemelli di Roma e promosso dall’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) nell’ ambito della Campagna #svoltiAMOlaSanità. Ribadita anche la necessità di creare una specializzazione in medicina generale: "Non si può parlare di medicina territoriale senza dargli la dignità di una specializzazione".

10 GIU - Io sono favorevole al numero chiuso al corso di laurea di Medicina, ne ho già parlato con i Giovani Medici del Sigm e lo ribadisco anche oggi. Ma il percorso di formazione di dieci anni è troppo lungo". Lo ha detto oggi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo al II workshop nazionale sulla formazione universitaria di medicina ospitato presso il Policlinico Gemelli di Roma  e promosso dall’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) nell’ ambito della Campagna #svoltiAMOlaSanità.

"Ci troviamo davanti a situazioni paradossali - ha detto Lorenzin - abbiamo necessità di medici e operatori, abbiamo il blocco del turnover e della stabilizzazione degli attuali operatori precari e nei prossimi anni ci troveremo davanti al pensionamento di molti operatori. C'è la necessità di cambiamento delle professionalità in relazione all'invecchiamento della popolazione. Bisogna riprogrammare la formazione, considerarla permanente e non concentrata solo negli anni della specializzazione - ha proseguito il ministro -. Dobbiamo immaginare un sistema più produttivo, più performante e rivolto a soddisfare le esigenze del Paese. Dobbiamo affrontare una rivoluzione che deve avvenire nell' Università e nelle corsie ospedaliere".

Il ministro ha sollevato anche il problema dell'eccessiva "frammentazione" della specializzazione, che necessita di una "riorganizzazione complessiva non su base regionale, ma nazionale". Sarà, inoltre, "estremamente opportuno creare la specializzazione in medicina generale, altrimenti invece che una missione diventa un rifugio". "Da dieci anni - ha ribadito Lorenzin - parliamo di potenziare la medicina del territorio perché incaricata di fare da filtro all'ospedale, ma poi il territorio non c'è. Chi è che fa le diagnosi? Non possiamo immaginare una medicina territoriale che lavori in team con gli specialisti e che faccia da filtro diagnostico per non caricare il sistema, senza dargli la dignità di una specializzazione", ha concluso il ministro.

10 giugno 2014
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