Spending review. Ecco il piano di Cottarelli: tagli per 34 mld in 3 anni. Per la sanità si rimanda al Patto, ma si dovrà tagliare anche qui. Reazione 'tiepida' di Renzi che parla da Bruxelles
di Giovanni Rodriquez
"Un buon punto di partenza, ma non sono convinto su alcune cose". Così il premier ha commentato il documento presentato dal commissario per la spenging review. Un piano che interviene anche sulla sanità. Un settore in cui la spesa, rispetto al Pil potenziale, si attesta al 7%. Un dato ritenuto superiore rispetto ad un benchmark che tiene conto di una maggior spesa per interessi e un più stretto Mto. IL DOCUMENTO
21 MAR - Efficientamento diretto, riorganizzazioni, costi della politica, riduzione dei trasferimenti inefficienti e spese settoriali. Questi i macrocapitoli all'interno dei quali il commissario per la spending review,
Carlo Cottarelli, ha individuato sprechi e inefficienze che potrebbero portare risparmi crescenti quantificati in 7 mld per il 2014, 18,1 mld per il 2015, fino ad arrivare a 33,9 mld nel 2016. Un piano che, stando alle dichiarazioni dello stesso Cottarelli nel corso della sua
audizione in Commissione Bilancio del Senato, almeno per il 2014 potrebbe essere rivisto al ribasso: "Penso che un numero ragionevole di risparmi per il 2014, visto che siamo già ad anno in corso, sarebbe 3 mld di euro".
Senza contare la reazione 'tiepida' del presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, che, da Bruxelles, ha definito il lavoro "un buon punto di partenza", ma si è anche detto "non molto convinto su alcune cose". E il premier specifica che le sue perplessità sono rispetto all’annunciato intervento sulle pensioni. “L’idea – spiega Renzi - di chiedere un contributo ai pensionati che guadagnano il giusto mi sembra un errore. Non sono d’accordo e non interverremo”. E poi ribadisce: “Gli 80 euro che daremo in più non li toglieremo ai pensionati e ai disabili”. Su questo ultimo tema il premier specifica come l’obiettivo è di andare a scovare “le false invalidità”.
Per primo ministro rispetto al Piano Cottarelli ci sono dei settori su cui “si può fare di più”. Il riferimento è all’acquisto di beni e servizi della Pa. “Abbiamo decine di migliaia di centrali d’acquisto. Ogni istituzione si fa la sua e magari per comprare le stesse cose”.
Ma, tornando al piano, vediamo quali siano nel dettaglio le misure di interessa sanitario.
Efficientamento
Si parte da una riduzione della spesa per beni e servizi che include la sanità e che, partendo da uno 0,8 del 2014, arrva al 7,2 del 2016.
Queste le misure che si propone di adottare:
- Cambiamento strutturale sui nuovi contratti: drastica riduzione numero centrali appaltanti (da 32.000 a 30–40; CONSIP, regioni, città metropolitane) per acquisti "sopra soglia"
- Misura a breve sui contratti in essere:
. Annuncio di controlli su contratti in essere al 31 luglio 2014 per acquisto di beni e servizi
. Corrispondenti tagli di stanziamento per il 2014 basati su indicatori CONSIP di centri di spesa meno virtuosi.
Nel documento si sottolinea come, riducendo drasticamente i tempi di pagamento della PA (oltre ad eliminare il debito), i risparmi potrebbero essere più significativi. Per questo risulta necessario completare il piano della Ragioneria Generale dello Stato (RGS) per ridurre i tempi di pagamento di tutte le pubbliche amministrazioni entro i 30-60 giorni.
Riorganizzazioni
Qui viene segnalata una possibile riforma delle Province che, secondo una stima prudenziale, comporterebber risparmi per 0,5 mld di euro.
Spese settoriali
Qui alla sanità viene riservato un intero capitolo. Nel documento si riporta che, dal 2009, la spesa sanitaria è rimasta invariata contro una flessione del 10% della spesa dello Stato. Più nel dettaglio la spesa sanitaria in rapporto al Pil potenziale si attesta al 7% nel 2014, un dato superiore al "benchmark". Il Benchmark qui richiamato da Cottarelli consiste non in un confronto con l'analoga spesa di altri Paesi Ue, quest'ultima è stata calcolata tenendo conto che, se l’Italia vuole mantenere una tassazione in linea con quella europea, deve spendere meno degli altri Paesi per le voci di spesa primaria per effetto della maggior spesa per interessi e per il più stretto medium term objective (MTO) definito in sede UE. Il calcolo viene poi effettuato rispetto al Pil potenziale per tener conto della diversa posizione ciclica dell’Italia (che ha un output gap maggiore degli altri Paesi). Infine, si tiene conto del fatto che la la spesa per pensioni è difficilmente comprimibile.
I risparmi di spesa sono stati qui considerati nell'ambito delle discussioni per il Patto per la Salute, tenendo in particolare conto di una "necessaria" applicazione dei costi standard. Infine, si scrive che i risparmi per la sanità - si spiega - verrebbero mantenuti a livello regionale col fine di ridurre la tassazione regionale.
Giovanni Rodriquez
21 marzo 2014
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