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Farmaci falsi e internet: il Senato lancia l’allarme


Un pericolo serio e concreto per la salute dei cittadini: questa la principale conclusione dell’Indagine conoscitiva realizzata dalla XII commissione di Palazzo Madama, sulla vendita di farmaci contraffatti sul web. Nel documento conclusivo le proposte per contrastarlo. Prima tra tutte l’informazione che va rivolta soprattutto alle fasce più giovani dell’opinione pubblica
 

18 NOV - “Un lavoro monumentale”, raccolto in due ponderosi volumi che disegnano il quadro di un fenomeno estremamente pericoloso a causa della sua insidiosa diffusione: la vendita attraverso internet di farmaci contraffatti. Un giro d’affari di quasi 70 miliardi di euro l’anno e che riguarda quasi il 50% dei medicinali disponibili attraverso il web.
Per contrastarlo l’informazione è l’arma più efficace, soprattutto se si considera che solo in Italia c’è una platea di almeno 8 milioni di cittadini propensi a effettuare acquisti via internet. E il 19% di loro è in età scolare.
Sono dati davvero preoccupanti quelli emersi dall’indagine conoscitiva realizzata dalla XII commissione del Senato sul fenomeno (il documento è in allegato nel link) , illustrati oggi, nel corso di una conferenza stampa, dal presidente della commissione Antonio Tomassini.
Con lui, a relazionare sulle conclusioni dell’indagine, anche Luigi D’Ambrosio Lettieri, segretario della commissione e relatore dell’ampio e dettagliato lavoro realizzato, “con la fattiva collaborazione di tutte le forze politiche rappresentate all’interno della commissione”.
Se il fenomeno della contraffazione rappresenta un pericolo per le dinamiche di mercato, per la diffusione del lavoro nero e per le sue intrinseche “potenzialità criminogene”, la falsificazione di medicinali porta con sé una minaccia ancor più pressante a un bene preziosissimo: la salute dei cittadini. Lo hanno sottolineato sia Tomassini che D’Ambrosio. Quest’ultimo, in particolare ha voluto ricordare come gli sviluppi della tecnologia e la globalizzazione dei mercati debbano giocoforza rispondere a un sistema di regole che, appunto, ne governino la crescita.
In assenza di queste tutto è possibile: lo dimostra l’azione continua delle forze di polizia (i Nas, la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Dogane) impegnate più che mai nell’azione di contrasto alla vendita e alla circolazione di farmaci falsi. Che possono essere in ogni caso dannosi per la salute: “sono stati rintracciati farmaci del tutto privi di principio attivo ma per i quali venivano utilizzati come eccipienti polvere di marmo o di cemento o, addirittura liquido antigelo” ha spiegato D’Ambrosio.
L’Italia in questo settore è sicuramente all’avanguardia nell’azione di repressione del fenomeno e non solo sul piano legislativo ma anche su quello organizzativo. Nel 2005, la nascita di Impact Italia (organismo voluto dall’Agenzia italiana del farmaco al quale fanno capo oltre alle forze di polizia, anche l’Istituto superiore di sanità e i ministeri della Salute, dello Sviluppo economico e degli Interni) ha segnato una tappa importantissima nella lotta a questa forma di crimine. Lo prova anche la creazione di un organismo similare a livello europeo (Impact Europa) nel quale il nostro Paese “fa da battistrada agli altri partner comunitari”.
Ma occorre fare di più perché il fenomeno è pervasivo e richiede un impegno costante a livello sovranazionale. Da qui le proposte contenute nel documento conclusivo dell’indagine. Che vanno dal “riconoscimento formale di Impact Italia, nata da una determina dell’Aifa”, all’allargamento delle sue competenze, ricomprendendovi anche tutte le altre falsificazioni riguardanti cosmetici, dispositivi medici e prodotti erboristici e coinvolgendovi le amministrazioni competenti per medical devices e cosmetici, le organizzazioni professionali (medici, farmacisti, infermieri ecc.) e le associazioni dei pazienti e dei consumatori. Ma non basta: la XII commissione propone anche di “centralizzare le analisi e le investigazioni on line” sul fenomeno, sia affidando a un unico organismo (per esempio l’Iss) i dati e risultati delle analisi, sia creando una procura nazionale ad hoc o coordinando l’azione delle procure distrettuali esistenti. Si chiede poi di sviluppare strumenti normativi specifici che possano rafforzare l’azione delle forze dell’ordine. Ma, soprattutto, di dare un impulso concreto all’opera di informazione e di formazione, al pubblico, alle fasce di popolazione in età scolare e agli operatori sanitari.
In conclusione D’Ambrosio ha anche ricordato come tra le altre proposte vi sia quella di agire contro la contraffazione delle materie prime farmaceutiche. In proposito a rammentato recenti fatti di cronaca che hanno visto l’immissione di falsi principi attivi (Eparina e Gentamicina) nel ciclo produttivo ufficiale: un ulteriore pericolo che, oltretutto provoca pesanti danni alla nostra economia (l’Italia era tra i principali produttori mondiali di principi attivi farmaceutici).
Nel corso della conferenza stampa – vi hanno preso parte anche Fiorenza Bassoli (PD), Fabio Rizzi (Lega Nord), e il generale Cosimo Piccinno comandante dei Nas – è stata annunciata l’organizzazione di un convegno, in programma il prossimo 2 dicembre, nell’ambito del quale saranno commentati e discussi i risultati dell’indagine della commissione di Palazzo Madama.

 


18 novembre 2010
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