Pagamenti Pa. CdM ha dato il via libera alla direttiva “taglia-ritardi"
Il termine per il recepimento della direttiva è fissato al 16 marzo 2013, ma il Governo italiano ha deciso di anticipare la sua attuazione al 1° gennaio 2013 "vista l'importanza della normativa”. Pagamenti entro 30 giorni. Ma per la sanità deroga a 60.
02 NOV - I tempi di pagamento della Pubblica amministrazione italiana sono tra i più lunghi in Europa, con i crediti vengono saldati in media entro sei mesi, con punte maggiori a seconda delle zone del Paese. E per la sanità è ancora peggio, basti pensare che in certe Regioni i ritardi arrivano anche a oltre 1000 giorni, con una media nazionale di 315 giorni. Ma pure tra le stesse imprese i tempi non sono sempre rapidi. Ecco perché lo schema di decreto legislativo approvato dal Cdm lo scorso 31 ottobre che recepisce la direttiva Ue sui tempi di pagamento e fissa il limite a 30 giorni può rappresentare una vera e propria rivoluzione sia per i rapporti tra imprese e Pa e tra le stesse imprese.
Nonostante il termine per il recepimento della direttiva sia fissato al 16 marzo 2013, il Governo ha voluto provvedere ad una sua attuazione anticipata dal 1° gennaio 2013 in considerazione della importanza della normativa nonché dell’opportunità peculiare di garantire, in questo momento, le imprese e più specificatamente le piccole e medie imprese.
Il decreto approvato recepisce la direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali tra imprese, e tra Pubbliche Amministrazioni e imprese, e attua così la delega conferita al Governo con l’articolo 10 della legge n. 180 del 2011 (Statuto delle imprese).
“L’Italia è il primo grande Paese europeo a dare attuazione alla direttiva – si legge nel comunicato stampa . – Il decreto legislativo è il frutto di una intensa attività di coordinamento del Ministro per gli Affari Europei con il Ministro co-proponente della Giustizia”.
L’Italia si dota, così, in anticipo sui tempi europei di una più rigorosa disciplina per contrastare i ritardi di pagamento, in particolare per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni. Sono così assicurati termini certi di pagamento: di norma trenta giorni, che non possono comunque superare i sessanta, consentiti solo in casi eccezionali. E quest’ultimo timing vale soprattutto per le strutture sanitarie.
Il decreto prevede, inoltre, una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7% all’8% in più rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento.
Per quanto riguarda poi i rapporti tra imprese, il decreto legislativo dispone un regime rigoroso stabilendo che il termine di pagamento legale sia di trenta giorni e che termini superiori a sessanta giorni possano essere previsti solo in casi particolari e in presenza di obiettive giustificazioni.
La disciplina del decreto legislativo si applicherà ai contratti conclusi a partire dal 1° gennaio 2013. Le Pubbliche Amministrazioni e le imprese avranno così il tempo per adeguarsi alle nuove norme e per adottare procedure operative e contabili più funzionali a prassi di pagamento rapido.
02 novembre 2012
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