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Nuovi Lea. Gaudioso (Min. Salute): “Pronto il Dm Tariffe ma verrà bocciato. Qualcuno vuole che le cose non cambino”. La Regioni: “Si scaricano ulteriori costi sui nostri bilanci”

di Lucia Conti

Il capo della segreteria tecnica del ministro della Salute lo annuncia a Camerae Sanitatis e manifesta il suo disappunto: “Dobbiamo chiederci a chi conviene, nel nostro Paese, che le cose non cambino. Lo potrete capire nelle prossime ore”. Intanto, evidenzia Gaudioso, "la non entrata in vigore dei nuovi Lea significa che non si potrà fare lo screening esteso neonatale per la Sma né i test prenatali non invasivi. Significa non poter fare erogare una serie di prestazioni che hanno a che fare con i diritti delle persone. Se non passa il decreto tariffe il sistema Lea nel nostro Paese è morto”

15 SET - “Domani mattina il decreto tariffe sarà inviato alla Conferenza Stato Regioni, dove non passerà”. Lo ha detto, manifestando tutta la sua disapprovazione, Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute, intervenuto nel pomeriggio alla puntata di Camerae Sanitatis (il format editoriale multimediale nato dalla collaborazione tra l’Intergruppo parlamentare Scienza & Salute e SICS editore) dedicata alla tutela della salute della donna. Ricordiamo che il testo dopo una prima bozza presentata prima dell'estate che aveva sollevato molte critiche è stato nuovamente rielaborato e domani come annunciato dovrebbe essere rinviato formalmente alle Regioni che però non sembrano intenzionate a far scattare il semaforo verde".

Le ragioni della bocciatura non sono state chiarite, ma Gaudioso ha sollecitato una riflessione: “Dobbiamo iniziare a chiederci: le diseguaglianze a chi convengono? Perché c’è qualcosa che non va in questo paese e lo dobbiamo dire. C’è qualcuno a cui conviene nel nostro Paese che le cose non cambino? Lo potrete capire nelle prossime ore. Tuttavia — ha aggiunto — in un mondo normale ognuno ci deve mettere la faccia e deve motivare le proprie scelte. Perché il fatto che il decreto tariffe non entri in vigore significa che non si potrà fare lo screening esteso neonatale per la Sma né i test prenatali non invasivi. Significa non poter erogare tutta una serie di prestazioni che hanno a che fare con il diritto delle persone a poter essere genitori, a potere avere un Ssn che risponde alle singole loro esigenze. Io penso che questo sia il tema dei temi”.

Entrando nei dettagli del lavoro svolto sui Lea, il capo della segreteria tecnica del ministro della Salute ha osservato come “tutte le volte che vogliamo introdurre qualche modifica normativa nel Ssn bisogna mettere d’accordo 23 soggetti: 21 regioni più Mef e Salute. Il sistema non funziona secondo un modello in cui si crea una maggioranza che si consolida e gli altri se ne fanno una ragione. No. La Regione Molise, per dirne una, ha diritto di veto al pari di tutte le altre Regioni e province autonome. Dico questa cosa perché credo che forse la più grande problematica del Ssn stia nell’enorme difficoltà che c’è tra momento decisione e quello di implementazione delle politiche. Perché c’è un gap enorme che i cittadini non riescono a capire perché non porta a quell’esigibilità dei diritti che sono attesi. Quello dei Lea è un esempio particolarmente paradigmatico di questa situazione”.

“Nel 2017 — ha quindi spiegato Gaudioso — è stato svolto un lavoro molto ampio e sono stati messi a disposizione 800 milioni di euro per l’aggiornamento dei Lea. La parte di queste prestazioni che hanno a che fare con la parte ospedaliera entrano immediatamente nella disponibilità dei cittadini, un altro pezzo che ha a che fare con prestazioni ambulatoriali, protesica ect, per un totale di circa 800 codici di prestazione, non entra in vigore perché necessitava che fossero definite le tariffe alla base del quale c’è un rimborso da parte del Ssn”.

“In attesa di fissare le tariffe prosegue Gaudioso ripercorrendo le tracce della vicenda — Mef decise comunque di mettere a disposizione delle Regioni 380 milioni di euro all’anno per 6 anni, per un totale di 2 miliardi e 280 milioni. Le Regioni avrebbero dovuto mettere da parte così da avere tutto il necessario, una vota definite le tariffe, per mettere a disposizione dei loro cittadini le prestazioni che mancavano. Nel 2019 le tariffe vengono fissate, alla fine del 2021 viene emanato il decreto tariffe ma le Regioni sollevano dubbi e chiedono un processo di consultazione che non è stato fatto e soprattutto, osservano, sono passati 4 anni dal primo aggiornamento dei Lea. Alla fine del 2021 accade che abbiamo il più grosso processo di consultazione pubblica su questo fronte e in 8 mesi facciamo quello che era stato fatto nei 4 anni precedenti”. Un lavoro che, tuttavia, non è stato sufficiente, se è vero che domani il Decreto Tariffe non otterrà l’atteso sì. “Se non passa il decreto tariffe il sistema Lea nel nostro Paese è morto”, ha sentenziato Gaudioso.

A quanto si apprende da fonti regionali la bocciatura del decreto sarebbe dovuta a questioni di "metodo e di merito" ma soprattutto secondo gli assessori regionali alla Sanità con il nuovo Dm "si scaricano ulteriori costi sulle regioni in una fase già molto complicata per i bilanci". Molto probabile dunque che la partita sul Dm Tariffe sarà una delle questioni che dovrà affrontare il nuovo Esecutivo.

Lucia Conti

15 settembre 2022
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