"Nell'ultimo decreto-legge approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri e che è in qualche modo attuativo delle misure del PNRR - è denominato infatti decreto PNRR - abbiamo istituito formalmente, quindi con legge dello Stato, il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici. Quale sarà l'obiettivo fondamentale? Oggi abbiamo una rete di monitoraggio ambientale e una rete di monitoraggio e di prevenzione sanitaria; queste due reti, però, tra di loro non si parlano, non sono interconnesse. L'operazione di fondo che proviamo a fare con la doppia azione decreto e PNRR è di messa a sistema, di integrazione".
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo in aula al Senato al question time di Giuseppe Pisani (M5S).
Di seguito la risposta integrale del ministro Speranza.
"Signor Presidente, ringrazio il senatore interrogante, che mi consente di toccare un argomento che ritengo particolarmente cruciale, oltre che per la sensibilità che ha spesso espresso sulla connessione tra le questioni ambientali e quelle della salute.
È ormai maturata a livello globale e in modo consolidato, a partire dalle indicazioni dell'OMS, un'importante consapevolezza di connessione tra le politiche per la salute e ambientali. È in buona sostanza la strategia one health, cui anche il senatore Pisani ha fatto riferimento. Personalmente credo moltissimo in questa strategia, cioè nell'idea che la salute dell'uomo, la salute animale e la salute dell'ecosistema ambientale in cui viviamo non sono distinte, ma sono una sola salute, appunto one health.
Penso che questa sia una strategia giusta, su cui dobbiamo investire con grandissimo coraggio e nel PNRR abbiamo iniziato a farlo.
Nell'ultimo decreto-legge approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri e che è in qualche modo attuativo delle misure del PNRR - è denominato infatti decreto PNRR - abbiamo istituito formalmente, quindi con legge dello Stato, il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici. Quale sarà l'obiettivo fondamentale? Oggi abbiamo una rete di monitoraggio ambientale e una rete di monitoraggio e di prevenzione sanitaria; queste due reti, però, tra di loro non si parlano, non sono interconnesse. L'operazione di fondo che proviamo a fare con la doppia azione decreto e PNRR è di messa a sistema, di integrazione. Ciò significa, ad esempio, che i Dipartimenti di prevenzione dovranno parlare con le ARPA (Agenzie regionali per la protezione ambientale) e che l'Istituto superiore di sanità dovrà lavorare con l'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Abbiamo dunque bisogno che la nostra rete, che già esiste ed è di qualità, sia sempre più interconnessa.
Sul piano delle risorse, partiamo chiaramente con il PNRR che, com'è noto, rappresenta un investimento ad hoc, una tantum, costruito nell'ambito dei 20 miliardi del Piano salute cui si è fatto riferimento, cioè la missione 6. Mezzo miliardo non è poco, è una cifra molto significativa; penso che siano risorse preziose e molto importanti, che ci consentiranno di far partire il lavoro di integrazione e di messa a sistema. Non vi è alcun dubbio che bisognerà poi nei prossimi anni, alla fine dell'esperienza del PNRR, lavorare ancora per investire in questo settore con fondi ordinari che a regime dovranno essere permanenti e ci consentiranno di parlare con forza di un ambito che ritengo particolarmente strategico per il nostro presente, ma soprattutto per il nostro futuro".
In sede di replica Giuseppe Pisani (M5S) si è dichiarato "molto soddisfatto" della risposta. "Da ex operatore sul campo dico che manca questa sinergia tra i sistemi ARPA regionali e provinciali e i dipartimenti di prevenzione. Mi auguro pertanto che questo scoglio possa essere superato. Nel contempo mi consenta di fare un'esortazione al Ministro, come diceva poc'anzi il collega Saccone, affinché vengano previste adeguate risorse umane e tecnologiche e i completamenti degli organici di ambo le parti, cioè delle strutture sanitarie, dei dipartimenti di prevenzione, come è stato giustamente ricordato, e delle sezioni provinciali ARPA. In molte Regioni, infatti, gli organici sono assolutamente insufficienti e in alcune sono addirittura al di sotto della metà di quello previsto e ciò non consente assolutamente un efficiente controllo e monitoraggio dei luoghi di lavoro e degli ambienti di vita".