FNOMCEO: “NO A LOGICHE INTIMIDATORIE CONTRO I MEDICI”. IL DOCUMENTO DEL COMITATO CENTRALE
17 APR - Dopo la Fimmg scende in campo anche la Fnomceo con un documento del Comitato centrale che stoppa decisamente la proposta delle Regioni di prevedere conseguenze patrimoniali per i medici che dovessero prescrivere prestazioni ritenute inappropriate.
“Esprimiamo una forte preoccupazione e contrarietà - afferma il presidente
Roberta Chersevani - sui contenuti della Bozza d’intesa Stato-Regioni, e sulle proposte di emendamento fatte dalle Regioni stesse, per razionalizzare la spesa sanitaria”
.
“Non si può infatti pensare di conseguire l’appropriatezza – prosegue - imponendo per decreto modalità e percorsi che non coinvolgano - e da subito – i Medici: l’obiettivo di ogni intervento deve invece sempre garantire qualità e sicurezza delle cure e salute del cittadino. Tutto questo non si può certo realizzare attraverso una logica intimidatoria dei professionisti, e in un’ottica esclusivamente di risparmio economico. La nostra, in ogni caso, non è una chiusura, ma un’apertura a percorsi condivisi”.
Per manifestare tutta la loro contrarietà la Fnomceo ha approvato un documento dove si sottolinea che qualsiasi intervento deve prevedere la condivione e la partecipazione della professione e che in ogni caso, “non è equa l’ipotesi di attribuire una responsabilità patrimoniale individuale a un singolo soggetto, in un processo che prevede la collaborazione di diverse competenze e investe l’organizzazione e la responsabilità del servizio sanitario nel suo insieme. Possibili incentivi e disincentivi devono essere a carico delle aziende sanitarie e al loro interno deve essere attuata la meritocrazia nei confronti del singolo professionista dipendente o convenzionato”.
Nel documento si segnala, inoltre, “l’assoluta necessità che nella predisposizione delle relative linee guida si tenga conto non solo dei contenuti della letteratura e delle espressioni del mondo scientifico e accademico, ma anche delle esigenze concrete della pratica professionale, rispetto alla conoscenza delle quali offre la propria immediata collaborazione”.
La Fnomceo “Ribadisce che l’obbiettivo di ogni intervento di appropriatezza è la garanzia di un efficace ed equo intervento a favore della salute del cittadino, che non si può realizzare attraverso una logica esclusivamente finanziaria, intimidendo i professionisti”.
Ma le porte al dialogo non vengono chiuse definitivamente, anzi la Fnomceo sottolinea che, “mantenendo la propria ferma posizione a tutela del cittadino e della qualità di una professione fondata sul rapporto di fiducia”, “resta disponibile a una collaborazione istituzionale per la revisione dell’impostazione che appare oggi esclusivamente punitiva e non privilegia la qualità che deve essere l’obbiettivo di ogni percorso di appropriatezza”.
E la vicenda uscirà dal confronto istituzionale per toccare direttamente i cittadini con una campagna informativa che la stessa Fnomceo si impegna “ad attivare in tempi brevi” per informarli su “un provvedimento che li penalizza e mette a rischio la qualità delle cure e l’alleanza terapeutica”.
17 aprile 2015
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