La controreplica di Scotti: “Tutti possono migliorare e sicuramente è positivo quando i primi sono quelli che hanno la responsabilità politica di guidare il paese”
20 LUG - “Onorevole Sottosegretario Prof. Bartolazzi, non posso non apprezzare le premesse della sua replica che descrivono una sua posizione ben diversa, sui valori che mi è dato dovere di rappresentare e che sono fondamento della medicina generale che conosco. Posizione distante da quella che poteva apparire dalle dichiarazioni, seppur di contesto, dove invece la medicina generale appariva come un soggetto che per migliorare avesse la necessità di essere sottratta alla pressione del marketing delle aziende farmaceutiche con un meccanismo di marketing statale con informatori e incentivi tesi a ridurre la spesa senza considerare quanto già sostenuto sui valori di una prescrizione quale risultato di un contesto più complesso di quello analizzato dal rapporto OSMED”. È quanto afferma il segretario nazionale della Fimmg,
Silvestro Scotti contro replicando al sottosegretario alla Salute,
Armando Bartolazzi.
“Non vorrei – prosegue - che però ci trovassimo difronte ad una condizione in cui come sostenne Mark Twain, volessimo usare i numeri, le medie “come un ubriaco usa i lampioni: più per sostegno che per illuminazione”, e in questo mi tranquillizza che anche Lei, oggi, definisca i dati OSMED come dati macro, mentre sempre di più abbiamo bisogno di dati micro, talmente micro che nella medicina generale, ma credo nell’ars medica tutta, hanno sempre più bisogno di essere circoscritti alla singola persona inserita nel suo contesto familiare, culturale, socioeconomico, e la lista sarebbe lunghissima”.
“Questa capacità di approccio - rimarca - è tipica di un buon medico di famiglia e da essa deriva mi permetta il suo più grande valore: il rapporto di fiducia con il proprio paziente, unico strumento che ci potrà permettere di cambiare abitudini e comportamenti dei cittadini in quella che è l’unica e vera opera di sostenibilità del sistema ovvero la prevenzione primaria e secondaria”.
“Sul mio ruolo – insiste Scotti -, non mi pare che leggendo le mie dichiarazioni si possa intravedere autoreferenzialità piuttosto io vedo denuncia di un isolamento, di una continua richiesta di burocratizzazione e assenza di consapevolezza del patrimonio che potrebbe derivare da un confronto serio e vero, con i dati della medicina generale, partendo per esempio dal fatto che se come dice lei siamo “i maggiori prescrittori” è possibile che nell’agenzia regolatoria la nostra voce come quella dei pazienti non è prevista nella CTS? A già, perché la “S” sta per scientifica ed è evidente che nessuno dei suddetti potrebbe essere considerato esperto, meno che mai “l’esperto”, parafrasando Twain, io aggiungerei esperto nella materia del “sostegno” interessandoci noi invece di “illuminazione”. Ebbene, però, la Trecani definisce la “scienza” come “un insieme di discipline fondate sull'osservazione, l'esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi,” ora dove è rappresentato quanto sottolineato per quello che ci riguarda e per i cittadini, esseri viventi non numeri?”.
“Rispetto al suo impegno – conclude - a reperire risorse finanziarie, che diano le risposte anche alla categoria da me rappresentata, ma solo se l’obiettivo sia di miglioramento dell’assistenza ai cittadini, sono sicuro che nessuno di noi due, Lei nel ricercarle e io nel continuare a ricercare soluzioni, possa “sollevarsi dallo sforzo”, se vogliamo continuare a credere in un SSN, equo che accolga le sfide che ci aspettano. Non ho difficoltà anzi a questo punto lo ritengo necessario, per non far apparire questa una polemica tra persone, poter avere un confronto per migliorare le reciproche consapevolezze e “ottimizzarle”.
20 luglio 2019
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