Bologna. Ordine Medici contro le Case della Salute: “Non possono essere alternativa alla rete Ospedale-Territorio. E infermieri espropriano nostre funzioni”
Il Consiglio direttivo dell’Omceo di Bologna ha bocciato senza appello l’ultima delibera regionale che regolamenta le Case della Salute. Molti i punti critici: dall'espropriazione di ruolo dei medici alla mancanza della figura del Direttore sanitario. Secondo l'Ordine la delibera "nasconde con assertività nuovi assetti del sistema sanitario che devono avere due caratteristiche: ruolo secondario del professionista medico e sua subordinazione istituzionale al Coordinatore infermieristico".
22 DIC - Secca bocciatura da parte del Consiglio direttivo dell’Ordine dei medici di Bologna della Delibera regionale su
‘Case della salute: indicazioni per il coordinamento e lo sviluppo delle comunità dei professionisti e della medicina d’iniziativa’.
L’Ordine, in un
documento analizza punto per punto il provvedimento evidenziando questi aspetti critici:
1) La responsabilità medica è trascurata. Il MMG ha due funzioni importantissime: quella organizzativa di fare di fare da filtro e di orientare il paziente verso il SSN e ha funzioni cliniche di diagnosi e terapia. Dentro la Casa della Salute gli viene tolta la funzione di filtro e orientamento che vengono di fatto affidate ad un infermiere che accoglie ed indirizza il paziente verso il SSN. Chi è il responsabile alla fine di tutto il percorso?
2) Valutazione del bisogno di salute. Gli Infermieri hanno gli strumenti per capire la gravità della condizione clinica di un paziente nella sua totalità, ma per la specificità del bisogno sanitario e’ necessaria una valutazione medica
3) Appropriatezza. In condizione di scarse risorse economiche si parla tanto di appropriatezza e visto che si controlla in maniera minuziosa l’operato dei MMG, come si farà a chiedere e valutare l’appropriatezza su percorsi chiesti dall’Infermiere?
4) Medicina d’iniziativa. Questionari, scadenze con frequenza di controllo etc. condiziona moltissimo la libertà professionale del Medico
5) Il rapporto Medico-Pz non viene tutelato. Il rapporto fiduciario e la conoscenza longitudinale che il MMG ha con il suo paziente rappresenta un valore aggiunto anche di risparmio economico.
6) Le Case della Salute sono strutture sanitarie. Manca il Direttore Sanitario.
7) Schemi esemplificativi. Nel documento non sono presenti schemi esemplificativi delle attività che possano essere previste all’interno delle Case della Salute a bassa 5 complessità e nelle Case della Salute a media/alta complessità, né di come possa avvenire l’accesso ed il percorso del Cittadino/utente/paziente.
Inoltre, secondo l’Ordine, “si tratta di un documento eccessivamente lungo e tale estensione non appare motivata in compiute declinazioni di compiti e responsabilità correlate alle specifiche competenze quanto piuttosto orientato a spostare l’attenzione su di una serie di questioni che attengono al Ruolo Organizzativo del Medico (MRO) e sugli impatti che contraddicono il Ruolo Deontologico del Medico (MRD). L’obiettivo racchiuso è criptico ma evidente: negare nei fatti il ruolo chiave del medico come professionista ed organizzatore a tutela della salute ed i suoi compiti di Tutela Deontologica che includono adeguata e chiara comunicazione, rassicurazione degli utenti e messa in opera delle garanzie richieste dal Codice Deontologico”.
Nello specifico, per i medici, “la creazione delle Case della Salute non individua i compiti dei singoli componenti ivi operanti ma affida ad un responsabile non medico la sintesi delle varie attività che vi vengono svolte. Non emerge dal testo chiaramente come tutelare il rapporto Territorio-Ospedale rispetto alle necessità di ricovero nei tempi necessari alla patologia da trattare. La denominazione “Case della Salute” sembra utilizzata per costruire nel Territorio un’altra Struttura che si muova in libertà ed in consorzio con altre simili, costituendo così un’alternativa organizzativa e strutturale al mondo della Medicina Generale e dell’Ospedale così come si è andato definendo con norme e consuetudini negli ultimi 50 anni. Tale lunghezza del documento, privo di approfondite analisi e di riferimenti a norme di legge ed ai codici professionali, nasconde con assertività nuovi assetti del sistema sanitario che devono avere due caratteristiche: ruolo secondario del professionista medico e sua subordinazione istituzionale al Coordinatore infermieristico. Pertanto questo documento dovrebbe essere riscritto con collaborativo spirito costruttivo e “costituente”, semplificandolo e rendendolo più chiaro ai cittadini”.
22 dicembre 2016
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