Di Lorenzo (Irbm): “L’Italia poteva diventare comproprietaria del vaccino AstraZeneca. Ma non è stata in grado di investire 20 mln”
"Avevo invitato il Governo Conte a prendere contatti con l'Università di Oxford per diventare comproprietari di quel vaccino. Non si è riusciti a fare un finanziamento da 20 milioni di euro nel giro di pochissimi giorni, più altri 50 milioni nel giro di alcuni mesi verso un'Università straniera perdendo così quest'occasione". Così presidente dell’Irbm di Pomezia, l’istituto italiano che collabora con l’azienda biofarmaceutica svedese nei test di controllo sul vaccino, intervenendo ieri a Porta a Porta
08 APR - L'Italia, con il precedente Governo Conte, ha avuto l'occasione di poter diventare comproprietaria del vaccino contro il Covid di AstraZeneca. Quello anglo-svedese, ricordiamo, è uno dei vaccini più al centro del dibattito per i problemi relativi alle forniture a causa sia dei problemi produttivi che dei blocchi all'export applicati da diversi Paesi. La rivelazione è stata fatta ieri sera a
Porta a Porta da
Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia, l’istituto italiano che collabora con l’azienda biofarmaceutica svedese nei test di controllo sul vaccino.
"Avevo invitato il Governo Conte a prendere contatti con l'Università di Oxford per diventare comproprietari i quel vaccino visto che come imprenditore non mi conveniva fare quell'investimento dal momento che c'era l'intenzione di vendere il vaccino a prezzo industriale. Non ci sarebbe quindi stato un utile. Purtroppo questo è uno Stato ingessato - ha sottolineato Di Lorenzo nel suo intervento su Rai Uno -. Non si è riusciti a fare un finanziamento da 20 milioni di euro nel giro di pochissimi giorni, più altri 50 milioni nel giro di alcuni mes,i verso un'Università straniera perdendo così quest'occasione".
08 aprile 2021
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