Alfie Evans. No dei giudici al trasferimento in Italia. Interrogazione delle eurodeputate Costa e Toia alla Commissione Ue
Per la Corte d’Appello di Londra il trasferimento è inutile e il piccolo di 23 mesi affetto da una malattia neuro degenerativa, al quale l’Italia aveva concesso la cittadinanza, resta all’Alder Hey di Liverpool dove è ricoverato e respira senza l’aiuto della ventilazione. Per Costa “Violati i diritti fondamentali dell’Ue e la libera circolazione dei pazienti nel territorio dell’Ue”.
26 APR - Non si apriranno le porte dell’Italia per
Alfie Evans, il bambino britannico di 23 mesi affetto da patologia neurodegenerativa e ricoverato all’Alder Hey di Liverpool. I giudici della Corte d’Appello di Londra hanno infatti rigettato il ricorso in Aula dei genitori del piccolo per poterlo curare al Bambino Gesù dopo che il Governo aveva concesso ad Alfie la cittadinanza italiana. Un trasferimento inutile, secondo i giudici britannici “perché il bambino sta morendo”.
Ma il movimento di opinioni sul caso non si spegne. le eurodeputate
Silvia Costa e
Patrizia Toia hanno presentato ieri un’interrogazione urgente alla Commissione U chiedendo ai responsabili della salute
Vytenis Andriukaitis, e della giustizia,
Vĕra Jourová “un’azione decisa da parte dell’Unione europea”.
Intanto il bambino nel terzo giorno di distacco dalla ventilazione assistita permanente, continua a respirare “senza deterioramento” delle sue condizioni. Mentre i genitori incontreranno oggi i medici responsabile dell’ospedale di Liverpool per discutere del ritorno del piccolo a casa. “Siamo stati respinti ieri per andare in Italia, purtroppo – ha dichiarato il papà alle agenzie di stampa – potremmo spingerci oltre, ma sarebbe la cosa giusta da fare, ci sarebbero più critiche? Quindi quello che facciamo oggi è un incontro con i medici di Alder Hey e ora iniziamo a chiedere di andare a casa”.
Per Silvia Costa - che ha seguito il caso in stretto contatto sia con i legali della famiglia Evans sia con il Governo italiano e l’ospedale Bambino Gesù, che si è offerto di trasportare, curare e assistere il bambino - l’Alta corte britannica, negando ad Alfie il diritto di ricevere cure e prestazioni sanitarie in un altro Stato membro dell’Unione, “ha violato i diritti fondamentali dell’Ue e la libera circolazione dei pazienti nel territorio dell’Ue”.
“Nonostante la sospensione della respirazione artificiale disposta dalla stessa Alta corte del Regno Unito, il bimbo è ancora in vita, mentre due ospedali italiani si sono già generosamente offerti di accoglierlo nelle proprie strutture – scrivono le due eurodeputate italiane alla Commissione europea – chiediamo pertanto ai commissari competenti di sottoporre con urgenza il provvedimento giudiziario britannico all’esame della Corte di giustizia dell’Unione europea”.
Per l’eurodeputata Costa il provvedimento del governo italiano e del Presidente della Repubblica di concedere la cittadinanza italiana ad Alfie è: “Una decisione toccante e straordinaria, ma una pagina triste per l’Europa, se un cittadino europeo deve ricorrere alla cittadinanza di un altro Stato membro per far valere dei diritti di cui è già titolare in quanto cittadino del Regno Unito, e quindi ancora di uno Stato membro. L’Ue costituisce infatti uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne e garantisce ai suoi cittadini una libera circolazione al suo interno, specialmente ai più deboli, come ci ricorda la direttiva 24/2011 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera”.
26 aprile 2018
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