Pma. Da metà giugno la fecondazione eterologa sarà accessibile anche in Italia
A seguito della sentenza della Consulta che lo scorso 9 aprile ha cancellato divieto di impianto di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia, da metà giugno sarà possibile accedere alla fecondazione eterologa anche nei centri di fecondazione assistita italiani, sia pubblici che privati. Le indicazioni delle Associazioni.
03 GIU - Com’è noto da meta giugno per le coppie italiane sarà possibile accedere alla fecondazione eterologa anche nei centri di fecondazione assistita italiani, sia pubblici che privati. Questo
grazie alla sentenza della Corte Costituzionale che il 9 aprile scorso ha cancellato divieto di impianto di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia.
In previsione di questa data e in vista del convegno “La tutela della salute per le coppie infertili e sterili dopo le sentenze della Corte Costituzionale”, in programma il 5 giugno a Roma nella Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio le Associazioni Hera Onlus di Catania e SOS Infertilità Onlus di Milano, che organizzano il convegno, fanno il punto in vista del via libera all'eterologa a partire da regole e normative consolidate in altre legislazioni.
E così le due Associazioni hanno elaborato i criteri con cui individuare le coppie che possono ricevere la donazione dei gameti. “Si tratta - sottolinea
Rossella Bartolucci, presidente di Sos Infertilità - di regole e normative ormai consolidate in altre legislazioni. L'applicazione di tali criteri consentirà anche in Italia di procedere alla fecondazione eterologa con efficace sicurezza e con ogni garanzia di tutela, superando le obiezioni di carattere giudirico-bioetico e rendendo pienamente effettivo il diritto alla genitorialità”.
Queste le indicazioni: 1) I pazienti che ricorrono alla donazione dei gameti non possono scegliere in alcun modo il donatore;
2) Si tiene conto solo delle caratteristiche di razza dei pazienti;
3) I pazienti che ricevono la donazione dei gameti verranno indicati da una condizione di mancanza di gameti propri o da condizioni genetiche dei propri gameti che mettono a rischio la salute del nascituro;
4) Sono compresi fra i riceventi la donazione dei gameti tutti i pazienti oncologici che sottoponendosi a terapie antitumorali hanno perso la capacità riproduttiva, se non hanno preventivamente crioconservato i propri gameti. L'azione dei farmaci contro il cancro danneggia, il più delle volte in maniera irreversibile, la produzione dei gameti di questi pazienti. Ricorrere alla donazione dei gameti in questi casi rappresenta l'unica possibilità per avere un figlio;
5) Sono candidate a ricevere la donazione tutte le coppie in cui le donne presentano una condizione di menopausa precoce.
E ancora: 6) Sono candidate a ricevere la donazione di gameti tutte le coppie che, per motivi genetici o malattie di altra origine, non riescono a produrre embrioni sani, oppure presentano patologie che causano una riduzione nel numero e nella qualità dei gameti (esempio: endometriosi), esponendosi ad uno stato di infertilità con aborti ripetuti o alla sterilità assoluta;
7) La donna ricevente non deve avere superato la soglia di 50 anni, che segna mediamente l'ingresso in menopausa. Ciò è coerente con l'art. 5 della legge 40/2004, nel quale si stabilisce che possono accedere alla procreazione medicalmente assistita coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile.
03 giugno 2014
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