Diabete. Associazioni dei malati: “Gli strumenti di autocontrollo devono diventare presidi terapeutici”
Va istituito un ente per verificare la qualità dei presidi ed eliminare dal commercio quelli che non offrono garanzie. È quanto hanno chiesto oggi i malati ad un incontro al Senato. Per i senatori Mandelli (Fi) e Barani (Gal) bisogna "puntare sulla prevenzione" e "modificare il Titolo V" per dare uniformità di diritti.
26 MAR - Il riconoscimento degli strumenti per l’autocontrollo - glucometri, strisce reattive, aghi pungi dito e siringhe da insulina - quali presidi terapeutici con garanzie accreditate di affidabilità, appropriatezza e tracciabilità. L’istituzione di un ente responsabile che verifichi la qualità dei presidi per eliminare dal commercio quelli che non offrono garanzie di qualità. Un tariffario nazionale per lasciare libertà di scelta terapeutica.
È questa la richiesta che le
Associazioni nazionali dei malati di diabete, Agd Italia, Aniad, Diabete Forum, Fand, e Fdg hanno rivolto al ministero della Salute, nel corso di una conferenza stampa “Emergenza diabete”, organizzata oggi nella Sala Nassiriya di Palazzo Madama.Un incontro al quale hanno partecipato anche i senatori
Andrea Mandelli di Forza Italia, e
Lucio Barani del gruppo Grandi Autonomie e Libertà.
“L’autocontrollo della glicemia è un vero e proprio strumento terapeutico – ha spiegato il presidente di Diabete Forum,
Rita Stara – importante per monitorare la malattia e per motivare il paziente all’autocura ed è parte integrante della terapia del diabete. È paradossale pensare che si possa risparmiale limitando la libertà di scelta, l’accesso all’innovazione, sapendo che strisce reattive, aghi pungidito, aghi per iniettori di insulina, hanno un ruolo fondamentale nella compliance del diabete, e contribuiscono a ridurre gli accessi in ospedale e le complicanze. Questi strumenti dovrebbero seguire la strada distributiva e regolatoria dei farmaci, perché devono essere qualificati come parte integrante di un piano di cura”.
E ancora, per le Associazioni c’è il problema delle gare per l’acquisto dei device. Gare troppo spesso al ribasso: “Siamo contrari che l’acquisto avvenga attraverso gare pubbliche perché non garantiscono la libertà di scelta medico-paziente, perché il risultato delle gare troppo spesso favorisce la logica del risparmio penalizzando la qualità e l’accesso all’innovazione. Ciascun diabetico si fida del proprio glucometro come di un fido consigliere e per tale ragione quello strumento deve garantire qualità più che risparmio,sicurezza più che economia perché la salute non si può barattare con qualche euro oggi in meno che saranno infiniti di più domani”.
La gara regionale, se verrà effettuata, riuscirà a garantire qualità e prezzo? Chiedono quindi le Associazioni, aggiungendo: “Spesso è un’attività amministrativa in cui i medici sono esclusi, così come le associazioni dei pazienti, che invece in queste scelte devono avere un ruolo chiave. La strada da percorrere è quella che glucometri, strisce reattive, lancette pungi dito e aghi e siringhe per insulina diventino presidi terapeutici evitando l’obbligo del prodotto unico”.
Una prima risposta in favore dei malati è arrivata dai senatori
Andrea Mandelli di Forza Italia e
Lucio Barani del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, secondo i quali bisogna: “Modificare il Titolo V della Costituzione e puntare sulla prevenzione”.
“Il diabete – hanno spiegato Mandelli e Barani – è una malattia silenziosa per cui è indispensabile puntare sulla prevenzione anche attraverso degli screening. Prevenire, infatti, vuol dire sia aiutare i pazienti a gestire meglio le patologie sia aiutare lo Stato anche sotto il profilo economico e finanziario perché si evitano le complicanze. In questo senso, ogni euro speso in prevenzione è un euro che ci si ritrova dopo. Abbiamo bisogno che i risparmi in sanità siano reinvestiti in sanità e nei farmaci innovativi. Quindi risparmi che rimangano nel comparto e che non siano usati per tappare i buchi di questa strana Repubblica. E quando si parla di innovazione non ci si riferisce solo ai farmaci ma anche alle penne e a tutti i presidi farmaceutici cui ricorrono i pazienti diabetici”.
“Conosco bene queste tematiche e sono protagonista nelle lotte con le Regioni affinché ogni diritto sia riconosciuto” ha aggiunto poi Mandelli, in veste di presidente nazionale dei farmacisti italiani da cui i pazienti diabetici ritirano i presidi, rivolgendosi alle associazioni Agd Italia, Aniad, Diabete Forum, Fand e Fdg. “Noi ci siamo come sensibilità personale – ha evidenziato – e anche con l’impegno di fare sintesi in questo Titolo V visto che oggi ogni assessore si comporta all’impronta. Ho presentato un Ddl per abolire il Titolo V, all’inizio ho riscontrato delle perplessità, ma oggi vedo che in molti stanno seguendo questa strada”.
Sulla stessa linea il senatore Barani, che ha concluso: “Il Titolo V com’è strutturato oggi e’ un problema da risolvere perché la salute è un bene di tutti i cittadini, un diritto che dovrebbe essere uguale per tutti, ma essendo gestito dalle Regioni ci si ritrova ad avere servizi differenti. Non solo: la modifica del Titolo V impedisce al Parlamento di legiferare in materia sanitaria, ogni volta bisogna confrontarsi con la Conferenza delle Regioni e se ce n’è anche una sola che non vuole non se ne fa nulla. Allora va da se che dobbiamo modificare questo Titolo V, d’altronde è stato già cambiato, in peggio, da un preciso schieramento politico e ora urge modificarlo di nuovo, questa volta in meglio”.
26 marzo 2014
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