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Riordino del 118, non passa in Aula la mozione 5 Stelle su stabilizzazione e utilizzo delle guardie mediche

Bocciata la mozione del pentastellati finalizzata ad accelerare sulla riforma programmata dal Piano ospedaliero per ridare luce, priorità e attenzione a una prima linea delle cure ospedaliere logora e stanca. Urgenze condensate nel lungo documento letto ieri in Aula dalla capogruppo Valeria Ciarambino e che, pur convidiso nella sostanza, si infrange sullo scoglio delle divisioni politiche.

10 OTT - Una mozione nella sostanza condivisa da tutti, ma che si infrange sullo scoglio delle divisioni politiche. Stefano Graziano (Pd) presidente della commissione Sanità, pur non esprimendosi in disaccordo, invita il gruppo 5 Stelle a riproporre la mozione nella sede politica ritenuta propria, ossia la Quinta Commissione Sanità. Netto il rifiuto. E così a votare no è tutto lo schieramento di maggioranza e la mozione capitola.

“Diritti di operatori e cittadini calpestati - tuona Ciarambino - oggi la maggioranza in Consiglio regionale ha offeso la dignità e leso i diritti degli operatori del servizio di 118 e ha dimostrato, ancora una volta, che squallide manovre elettorali continuano a prevalere sull’interesse dei cittadini. Bocciando la nostra mozione sulla razionalizzazione del servizio regionale sanitario di emergenza e urgenza, sottoposta e approvata dagli operatori e dal presidente nazionale della Sis Mario Balzanelli, i politici regionali al soldo di Vicenzo De Luca hanno dimostrato che i loro precompilati attestati di solidarietà nei confronti di operatori del 118 vittime di aggressioni sono pura ipocrisia e che non c’è alcuna volontà di fare ordine in un servizio salvavita. Ipocrisia incarnata oggi in aula dal consigliere Stefano Graziano, che ha fatto intendere chiaramente di voler rinviare il tema ai lavori della Commissione che presiede da appena qualche settimana, col solo obiettivo di volersi intestare un provvedimento su una materia di cui non si è mai occupato. Per questa gente l’interesse di bottega verrà sempre prima dell’assistenza ai cittadini e di questo ne pagheranno il conto quando il giudizio tornerà ai cittadini di questa regione, come sta accadendo da anni a livello nazionale con un partito a un passo dall’estinzione”.

"Pronta la risoluzione in Commissione Sanità, le accuse dei 5 Stelle strumentali - replica il presidente della Commissione Sanità Stefano Graziano - l’unica cosa squallida e ipocrita vista oggi in consiglio regionale è rappresentata dal mancato ritiro della mozione sul 118 da parte del Movimento 5 Stelle. Il voto unanime sulle altre mozioni dimostra che la maggioranza non ha pregiudiziali rispetto a proposte che arrivano dalle opposizioni. Siamo di fronte a temi che non hanno colore politico. Sul 118 e la rete dell'emergenza avevo chiesto alla collega dei 5 Stelle di ritirare il documento perché la commissione, che guido da circa un mese, ha iniziato ad occuparsi della problematica. E' stato il primo tema che ho voluto affrontare e dopo l'audizione delle scorse settimane siamo pronti per una risoluzione che offra soluzioni concrete alle tante carenze che attanagliano il settore, in primis quella relativa al personale". "Avevamo offerto collaborazione, ma evidentemente l'unico interesse dei 5 Stelle era rivendicare l'approvazione del documento per strappare click e like sui social o titoli sui giornali".

I problemi del 118 in Campania sono annosi ed irrisolti: l’attuale assetto vede al lavoro molti diversi profili di personale (in convenzione e non) tra cui guardie mediche che 20 anni fa hanno seguito un corso di formazione regionale per l’emergenza ma oggi esclusi dai concorsi per carenza di titoli, col paradosso di essere impiegati però sul campo anche nei pronto soccorso. Una sparuta pattuglia di operatori dopo il voto di ieri ha abbandonato l’Aula.
 
“Del 118 tutti ne parlano ma nessuno ne ha cura - dice un camice bianco  - anche le Asl lo sentono quasi come un corpo estraneo. Manca il senso di appartenenza e l’utenza ci maltratta oltre ogni logica. A Napoli parliamo di un popolo di 350 persone tra autisti, infermieri e medici per 18 ambulanze di cui circa 160 medici per oltre 4 mila operatori in Campania che lavorano in apnea tra mille difficoltà”.
 
Lo stesso Graziano li ha raggiunti nei corridoi provando a spiegare le ragioni politiche del diniego. Un’altra difficoltà riguarda il reclutamento  medici specializzati formati col contagocce dalle scuole di specializzazione (4 all’anno in Campania). Per coprire i posti vacanti a Napoli si calcola che sarebbero necessari 12 anni senza contare il fabbisogno dei pronto soccorso. Ecco dunque la proposta di rispolverare la leva dei corsi di formazione da 300 ore ancora in vita in molte regioni del Sud ma che oggi configgono con norme e leggi. Una matassa difficile da sbrogliare. Molti medici oggi ultracinquantenni, sono pronti a tornare alle più rassicuranti mura della medicina di base in una regione in cui oltre il 50% delle ambulanze sono demedicalizzate.

“La nostra mozione – conclude Ciarambino - era tesa a dare uniformità a un servizio oggi per la gran parte svolto da volontari. Bisogna procedere alla creazione di piante organiche, adeguando il personale al fabbisogno. Avremmo voluto impegnare De Luca a dare attuazione a quanto previsto dal piano ospedaliero”. La materia è intanto al vaglio della struttura commissariale che pare abbia pronto pronto un decreto ad hoc che, a questo punto, potrebbe avere la meglio sui tempi del Consiglio.

Il 118 è nato in Campania 18 anni fa ma è diventato maggiorenne tra affanni e stenti. Carenza di specialisti, reclutamenti complessi, regole di ingaggio disomogenei, inquadramento giuridico e professionale diversificati, il nodo delle stabilizzazioni dei precari, contratti svantaggiosi, lo stop ai corsi per le guardie mediche, i tempi lunghi dei dipartimenti e infine la piaga delle aggressioni: questi i nodi da sciogliere emersi in decine di audizioni e approfondimenti condotti negli ultimi tre anni in Commissione Trasparenza presieduta Valeria Ciarambino. Non possiamo più consentire che 7 Asl abbiano 7 diversi sistemi di gestione del 118. Siamo in una regione in cui non esiste la rete ictus, che detiene la maglia nera per morti di parto e dove nella sola area metropolitana di Napoli per una rete trauma si può contare sul solo Cardarelli, mentre i tempi di intervento medi delle ambulanze di Napoli sono di 28 minuti, a fronte dei 12 previsti per legge (19 la media regionale ndr).

Ettore Mautone

10 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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