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Abruzzo. Anaao: “Ancora regali alla sanità privata, mentre il pubblico è in crisi profonda”

Ancora polemiche dopo il decreto che alza il tetto di spesa per le cliniche private. “Serve un cambiamento in maniera condivisa, ma senza bisogno di finanziare privati che, in un passato recente, sì sono dimostrati non sempre affidabili”.

07 LUG - Proseguono le polemiche relative al decreto 59 del 24 giugno che alza il tetto di spesa per le cliniche private a 131.790.914 contro i precedentemente 123.963.659 fissati. “Di ‘regali’ alla sanità privata in Abruzzo – attacca l’Anaao Assomed - sono pieni i nostri ricordi: non volendo andare molto tempo indietro con la memoria, ricordiamo l'aumento realizzato al budget del privato dall'assessore Dominici sotto il governo Pace, per passare poi alla delibera della Giunta Del Turco che aumentava di 120 posti letto la dotazione di alcune case di cura”.

Il Commissariamento intervenuto dal 2008, ricorda il sindacato dei medici dirigenti, ha bloccato elargizioni così favorevoli, anzi proprio per una rinegoziazione di budget del privato si sono aperti contenziosi legali ancora non definitivamente conclusi e, forse, spy-stories, che hanno coinvolto politici ed imprenditori del privato, come si legge in questi giorni sulle cronache locali”. Per l’Anaao non sussistono tuttavia dubbi che quanto sia stato deliberato dalla Giunta Regionale in questa fase “sia perfettamente regolare basandosi su una legge esistente che , considerando il terremoto dell’Aquila del 2009, consente, ma non obbliga, a rimodulare i parametri a favore del privato”.

Quello che invece lascia però perplesso il sindacato è che l'Abruzzo nel campo della sanita pubblica “vive ancora una situazione di estrema difficoltà: centinaia di contratti a tempo determinato di precari medici ed operatori della sanità' sono stati rinnovati il 30 giugno per soli tre mesi lasciando quindi una condizione di assoluta incertezza su quello che succederà appunto a settembre da un punto di vista del mantenimento dei LEA e della attività degli ospedali; sono stati chiusi reparti, avviate tutte le procedure di riconversione dei piccoli ospedali e ridotti i posti letto negli ospedali maggiori ma contestualmente non è ancora partito un progetto integrativo e sostitutivo delle attività sul territorio tale da minimizzare l'impatto di tali trasformazioni sulla popolazione; si dibatte sull'abbattimento delle liste d'attesa ma in ospedali che non riesco a soddisfare, per carenze di personale e strutturali, quella che è la routine quotidiana è difficile avviare progetti in grado di superare il problema”.

Resta poi assolutamente irrisolto “il problema delle due facoltà di medicina abruzzesi e della loro integrazione all'interno del sistema sanitario regionale soprattutto in un momento in cui si riducono i posti letto delle unità operative, necessariamente senza nessuno escluso”.
Per l’Anaao il privato accreditato può avere un ruolo, comunque complementare, nell'ambito del Sistema Sanitario. “Però alla luce del nuovo decreto Lorenzin che prevede, tra l'altro, standard ospedalieri con strutture operative specialistiche insistenti su aree di seicentomila abitanti, crediamo che sarebbe stato meglio attendere i necessari cambiamenti nella organizzazione istituzionale del sistema sanitario abruzzese prima di procedere. Solo un cambiamento realizzato in maniera condivisa fra tutti gli attori del processo e nel rispetto dei bisogni dei territori può portare alla salvaguardia del ospedale pubblico, unico baluardo della tutela ‘non profit’ della salute dei cittadini, senza – conclude la nota - bisogno di finanziare privati che, in un passato recente, sì sono dimostrati non sempre affidabili”.
 

07 luglio 2015
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